Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte prima Connesso colla Triplice - dice l'on. Guicciardini per la opposizione costituzionale - è l'argomento dei trattati di commercio. Un trattato di alleanza, non fiancheggiato da trattati di commercio equi, sarebbe una lettera morta. La stipulazione di trattati di com– mercio equi con l'Austria e con la Germania è una condizione indispensabile pel buon successo della Triplice Alleanza. 19 L' on. Luzzatti, anch'egli dell'opposizione costituzionale, presenta ancor piu nettamente il problema: Nel discorso alle delegazioni, io non so - lo saprà meglio di me il ministro degli esteri - se il ministro degli affari esteri dell'Austria-Ungheria avesse l'intendimento di rispondere, a mo' di esempio, al presidente del Consiglio italiano, a cui un giornale americano attribui'. un'intervista, nella quale avrebbe espresso dei pensieri sostanzial– mente giusti sulla collegazione dei trattati di commercio con le alleanze ... Che cosa si fece pel 1891? Anche allora, la Triplice Alleanza si rinnovava prìma della scadenza dei trattati di commercio: 1891, rinnovazione della Triplice, maggio o giugno; scadenza dei trattati di commercio, 31 dicembre 1891. Oggi, scadenza della Triplice Alleanza, maggio 1913, scadenza dei trattati di commercio 31 dicembre. L'on. Di Rudini non confuse le due cose, ma non le separò, secondo la teoria del di– scorso Goluchowski, e prese delle precauzioni, per effetto delle quali il negoziato si conchiuse nello stesso giorno con l'Austria-Ungheria e la Germania. Questo è un prece– dente, che ci ha portato buoni frutti, e mi pare che l'invocarlo, perché lo si imiti, abbia la sua importanza storica ed economica. 20 L'on. Prinetti, come ministro, era obbligato a un maggiore riserbo: anzi, insisté lungamente sugli indizi, che gli facevano avere "fiducia fer– missima" che le difficoltà delle nuove trattative doganali non sarebbero state insuperabili; ma non mancava di aggiungere: Questa fiducia affermo con tanto maggior calore, in quanto che ogg1g1orno nessuna politica estera può sperare di essere giudicata né abile né fortunata per quanto raggiunga soddisfacenti resultati politici, se non arriva ad assicurare al paese relazioni commerciali che valgano a svolgerne la produzione e la ricchezza. 21 Nella Nuova Antologi·a del 1° gennaio 1902, cosf l'on. Maggiorino Ferraris definiva le posizioni: Le maggiori difficoltà che paiono ergersi contro la rinnovazione della Triplice sono di carattere economico. Le agitazioni degli agrari in Germania e in Austria e la ten– denza protezionista creano un avvenire pieno di incertezze. I nuovi accordi economici colle Potenze centrali sono inscindibili dalla rinnovazione della Triplice. In Italia l'opi– nione pubblica spazzerebbe via d'un tratto qualunque Gabinetto, che insieme alla rinno– vazione della Triplice non assicurasse equi patti commerciali. Noi per i primi ci rivolte– remmo contro un simile governo. Sono la Germania e l'Austria disposte ad accordarci equi patti commerciali? Nel caso affermativo, la rinnovazione della Triplice è cosa fatta: nel caso contrario, tutto diventa incerto e buio pesto. Ma allora la responsabilità della rottura non cadrebbe su noi, ma sugli altri. I consigli che la stampa tedesca ed austriaca, con poca moderazione, ci rivolge, sono per noi perfettamente inutili: essa potrebbe con maggiore vantaggio riserbarli ai propri governi, e soprattutto ai rispettivi partiti agrari. 22 19 CAMERADEI DEPUTATI, Discussioni, XXI Legislatura, la sessione, 8 giugno 1901, p. 4895. 20 Ibid., 11 giugno 1901, pp. 5001-5. Dichiarazioni analoghe fanno l'on. Bonin, convinto triplicista (p. 5074) e l'on. Campi, relatore, triplicista anch'esso (p. 5152). 2 1 Ibidem, 14 giugno 1901, p. 5169. 22 Tripoli e la Triplice, p. 178. 64 BibliotecaGino Bianco

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