Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La Triplice Alleanza E qualcosa di simile dové dire Zanardelli a Biilow nell'intervista di Verona, o per lo meno fece dichiarare dalla ufficiosa Tribuna del 4 aprile 1901 nel commento alla intervista di Verona: L'incontro di Verona significa che quelle dichiarazioni dell'on. Zanardelli [al New York HeralrlJ vennero interpretate a Berlino, quali veramente erano, come la riaf– fermazione opportuna di un principio incontroverso: che cioè la direttrice suprema dei rapporti di un paese è costituita dal complesso dei suoi interessi. E come avrebbero potuto esser interpretate in diverso modo, se il cancelliere tedesco, parlando nel Reichstag dei rap– porti fra la Germania, l'Inghilterra e la Russia [5 marzo] aveva fatto brillanti variazioni sul tema degl'interessi? Dobbiamo dedurne che il cancelliere ha fermo nell'animo suo il proposito di fare agli agrari tedeschi quelle sole concessioni, che possano non costituire un ostacolo alle rinnovazioni dei trattati di commercio, e rifuggere dal mettere l'Italia al bivio dei suoi interessi politici e dei suoi interessi commerciali? Questa interpretazione concorda con sicure informazioni venute da Berlino. Ma informazioni analoghe non dovevano venire da Vienna. Infatti, Goluchowski, ·nel suo exposé del 22 maggio alla delegazione ungherese, somministrava a Zanardelli una vera e propria lezione di convenienze in– ternazionali: Gli scopi delle dicerie fatte correre con insistenza per scuotere la fiducia nella solidità della Triplice Alleanza sono cosi trasparenti, che possono essere subito riconosciuti. Tali dicerie sono sparse da gente beri nota, e non meriterebbero di essere rilevate, se non fossero appoggiate dagli sforzi di altri circoli, che desiderano mettere la questione delle alleanze politiche in connessione diretta con la conclusione dei nuovi trattati di com– mercio. ... È impossibile oggi mantenere la dottrina che una lotta economica possa essere compatibile con stretti rapporti politici. Ma sarebbe favorire teorie pericolose e falsare lo scopo delle alleanze politiche, che mirano a fini piu elevati, se queste si volessero far d~pendere dalla soluzione assolutamente soddisfacente delle ques~ioni commerciali, e subordinare cos1 le esigenze della ragione di stato a considerazioni di ordine materiale. Tale concetto non può fare impressione sui circoli dirigenti, che hanno una grave respon– sabilità, né presso di noi, né altrove... Malgrado la grande importanza degli affari commer– ciali e il dovere di ogni governo di proteggerli, l'alleanza politica non può esser giocata <:ome un oggetto di compensazione senza danneggiare gravissimi interessi. · I vantaggi, che la Triplice Alleanza, col suo carattere intieramente pacifico e colla sua uniforme distribuzione dei diritti e dei doveri, offre a ciascun contraente, sono troppo chiari perché possano essere abbandonati. Sarebbe pericoloso se le istigazioni sistematiche, non incon– trando opposizione, potessero favorire il gioco di quegli spiriti inesperti, ai quali fa male, per ben note ragioni, il vedere l'attuale stato di cose in Europa ... Le alleanze non sono conchiuse come un atto di compiacenza, ma anzitutto perché esse rispondono a supe– riori bisogni e garantiscono la sicurezza dei reciproci ed armonici interessi. E subito la ufficiosa Norddeutsche Zeitung, per conto del governo tede– sco, rincalza: Il cancelliere Goluchowski, parlando del sistema delle alleanze, non poteva espri– mere piu esattamente il concetto che informa anche la politica germanica. 1 s La controrisposta è data dai principali uom1ru politici italiani durante la discussione del Bilancio degli Esteri nel gmgno 1901. 1s "Tribuna," 24 maggio 1901. 63 BibliotecaGino Bianco

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