Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte prima 2. Il problema doganale L'argomento, che si discuteva con maggior rumore dai giornali e dalle associazioni interessate, era quello dei nuovi trattati di commercio. Nel 1891, rinnovandosi la Triplice, erano stati rinnovati anche, fino al 31 dicembre 1903, i trattati di commercio fra Italia, Germania e Austria. Le trattative per queste convenzioni doganali non erano state facili. Le parti contraenti - ha raccontato l'on. Di Rudin1 in una lettera del 30 aprile 1903, pubblicata sul Messaggero del 12 giugno 1915 - avevano l'obbligo di farsi, reciprocamente, le massime facilitazioni e concessioni, che erano compatibili con le reci– proche esigenze parlamentari. Con la Germania, nelle conferenze di Monaco, si cadde d'accordo; non cosi coll'Austria-Ungheria. Se non che la Germania ci dichiarava che non avrebbe sottoscritto l'accordo, se prima non ci fossimo intesi con l'Austria-Ungheria. Io considerai questa dichiarazione tedesca come un atto di pressione, che non ero disposto a tollerare, e piu ancora come un mancamento alle stipulazioni, che accompagnavano il rinnovamento dell'alleanza politica. All'ambasciatore di Germania dissi che avrei lacerato i patti politici, ma non avrei tollerato che i due piu forti fra i tre alleati si fossero collegati per opprimere il terzo. All'ambasciatore d'Austria-Ungheria, che con arte finis– sima mi consigliava la resa, dissi: "Se ci fosse in Italia un ministro capace di fare quello che voi mi domandate, gli sputerei sulla faccia." Nelle 48 ore l'accordo era stabilito. Lo stesso problema si ripresentava nel 1901-1902. Sia che fosse spontaneo, sia che fosse utilizzato dai governi come spau– racchio utile per costringere l'Italia a maggiore condiscendenza sul terreno dei rapporti politici, - certo è che nel 1900 si manifestò tanto in Germania quanto in Austria un vivace movimento protezionista agrario contro le importazioni italiane. E sui primi del 1901 sembrò che il governo tedesco facesse lega cogli agran. I nostri trattati di commercio - dichiarava Biilow al Reichstag in quello stesso discorso del 5 marzo, in cui si scordava della Triplice - non possono essere semplice– mente una copia degli antichi, ma desideriamo e intendiamo conchiudere trattati a tariffa colle altre Potenze. La nostra nuova politica doganale sarà determinata soltanto dagl'inte– ressi tedeschi. Difendendo i nostri interessi, non commetteremo atti ostili contro amici commerciali, né contro Potenze amiche... Seguire una pdtenza estera qualsiasi ad ogni costo, non soltanto non sarebbe piu amicizia, ma vassallaggio. 17 La risposta italiana non si lasciò aspettare: Gl'interessi del paese - dichiarò Zanardelli nella intervista del 25 marzo al New York ·Herald, parafrasando il soltanto di Biilow - devono passare innanzi a qualunque altra considerazione. Il Ministero avrà da risolvere, non soltanto la questione dei trattati di alleanza, ma anche quella dei trattati di commercio: e voi sapete quanta infiuenza in pratica possono avere le relazioni commerciali sulle politiche. Nel caso nostro, i trattati politici di alleanza spireranno prima dei trattati di commercio; ma n'oi assai pt 'i.ma sapre– mo quale, decisione ci convenga prendere per gli uni e per gli altri. 11 Reden, I, 189. 62 BibliotecaGino Bianco

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