Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La Triplice Alleanza Ma niente altro esisteva al di sotto della manifestazione ufficiale? Proprio sulla fine d'aprile scoppiava la guerra greco-turca, e sull'orizzon– te dell'Europa si addensava il pericolo di una crisi generale. Possibile che lo zar e l'imperatore d'Austria si fossero limitati, negli accordi di Pietro– burgo, a non scambiarsi che semplici assicurazioni di pacifica volontà? Che cosa sarebbe andato a fare, allora, a Pietroburgo, in compagnia dell'impera– tore, il capo dello Stato Maggiore austro-ungarico? Possibile che i due go– verni non si sieno messi d'accordo anche per la eventualità che la pace e lo statu quo non potessero essere conservati? C'è qualcosa di vero in quanto pubblicò la Frankfurter Zeitung nel maggio 1898, che cioè Austria e Russia abbiano stabilite le rispettive sfere d'interessi nella penisola balcanica? 5 Se niente altro che la difesa dello statu quo e il mantenimento della pace fosse stato il resultato del convegno di Pietroburgo, che bisogno avreb– bero avuto Russia ed Austria di atteggiarsi, esse sole, a potenze pacifiche con le loro due note identiche, invece di invitare anche le altre potenze ad ade– rire ad un'unica nota, identica per tutte, secondo la procedura che veniva spesso seguita proprio in quei giorni nell'arruffio della questione di Creta? 6 Specialmente per quel che riguarda l'Italia, gli accordi di Pietroburgo coincidevano in tutto e per tutto con gli impegni, che l'Austria aveva assun– ti nd 1887 con l'Italia rispetto alla questione balcanica? Nel suo viaggio verso Oriente, l'Austria non si era allontanata dai suoi doveri verso l'Italia, assai piu che non si allontanasse l'Italia dalla Germania nel miglioramen– to delle sue relazioni con la Francia - miglioramento non solo autorizzato, ma desiderato dalle alleate? Prima di accordarsi colla Russia, l'Austria si era accordata con l'Italia, come era suo obbligo, secondo il patto irnpostole nel 1897 da Robilant? Se quest'accordo preventivo ci fosse stato, tanto il governo austriaco, quanto il governo italiano avrebbero avuto interesse a darne notizia al pub– blico, mediante qualche informazione ufficiosa giornalistica, o qualche di– chiarazione parlame~tare, che facesse equilibrio alla solennità della Du– plice nota del 29 aprile: nulla meglio che una manifestazione di questo genere avrebbe servito a dimostrare la solidità della Triplice. Ma nessun accenno di questo genere si trova nelle dichiarazioni parlamentari degli uo– mini politici di Austria e d'Italia, che tengono dietro alle note austro-russe del 29 aprile.7 È bens1 vero che non si hanno neanche dichiarazioni, che documentino ufficiosamente il consenso preventivo della Germania all'intesa austro-russa. Ma tutti sentono che di siffatte dichiarazioni non c'è bisogno. Tutti sanno che nel ravvicinamento austro-russo proprio la Germania ha' 1 . 5 "Perseveranza," 19, 25 maggio 1898; SINGER, Gesch. d. Dreibundes, p. 261, tabella ero• no og1ca. 11 ; Pe! es. le note collettive del 2 marzo 1897 alla Grecia e alla Turchia, la nota collettiva i,-t urch1a . de~ 20 marzo, il memorandum collettivo alla Turchia del 25 maggio 1897, nel t ro 7 verd_e 1tahano su Creta e il conflitto turco-ellenico, 1897, n. 359-360-409-565. d' VD~scors?Banffy, presidente del Consiglio dei ministri di Ungheria, 12 maggio 1897; e iscorso 1scont1-Venosta, 12 luglio 1897: CHIALA, La Triplice e la Duplice, pp. 678, 684. 41 BibliotecaGino Bianco

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