Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte prima ne d'Oriente e mettere a contrasto gl'interessi austriaci e gl'interessi russi e paralizzare cosf l'intesa russo-germanica, si stringono insieme per il mante– nimento dello statu quo, e seguono spesso la Germania nella politica turco-– fila; ma non osano, specialmente la Russia, compromettere ogni loro popo– larità fra i popoli balcanici assumendo lo stesso atteggiamento c1mco e brutale della Germania; e si lasciano a passo a passo condurre ad accettare la politica liberale delle potenze di Occidente.2 Tutto questo - si dice e si ripete - è fatto per mantenere il concetto europeo e per assicurare al mondo il tesoro della pace, e non modifica in nulla gli impegni che ciascuna potenza ha verso le alleate: Per due anni di seguito - dirà al Senato, nella seduta del 10 febbraio 1899, l'on. Canevaro, passato nel giugno del 1898 al ministero degli esteri, dal comando delle forze navali italiane a Creta - le navi ed importanti rappresentanze dell'esercito della Francia e dell'Italia sono state in contatto, in servizio quotidiano, lavorando insieme nel migliore accordo, con vero sentimento di cameratismo, e riuscendo in comune ad otte– nere, aiutate dalle altre potenze amiche [nessun accenno alle potenze alleate] quei risultati che tutti sappiamo, ai quali poco si credeva e dei quali tutti nel mondo civile si sono rallegrati. Ma la supposizione che con questa armonia, con questa amicizia fra truppe di terra e di mare, i francesi intendessero fallire ai loro impegni verso la Duplice, non è mai passata per la mente di nessuno; né è potuto supporsi che noi stessimo per fallire ai nostri impegni verso la Triplice Alleanza. 3 Ma non v'ha sforzo di interpretazioni e di dichiarazioni, che possa to– gliere il fatto, che questa concordia discors a cui ci fa assistere la questione di Creta, è qualcosa di assolutamente paradossale, in cui gli alleati agiscono come se fossero avversari, mentre i partecipi di sistemi diplomatici opposti s1 conducono come piu che amici. 2. Le note austro-russe del 29 aprile 1897 Incidente tipico: le due note identiche simultanee che la Russia e l' Au– stria inviano il 29 aprile 1897 da Pietroburgo,. in occasione della visita di Francesco Giuseppe allo Zar, dopo le visite del nuovo ministro degli esteri russo, Murawiew, a Parigi e a Berlino (febbraio 1897), e dopo la visita di Guglielmo II a Vienna (20 aprile). In queste due note i due governi comunicavano ai loro rappresentanti in Serbia, Bulgaria, Romania e Montenegro, che lo Zar e l'Imperatore si era– no trovati d'accordo nella ferma decisione di mantenere la pace generale e lo statu quo, e lodavano i quattro Stati balcanici per la prudenza della loro condotta innanzi alla crisi greco-turca e agli affari di Creta.4 2 The Annual Register 1897, pp. 308 sgg.; id. 1898, pp. 175, 283 sgg. BILLOT, La France et l'Italie, II, 384 sgg.; VERARD, Les affaires de Créte, Paris, Alcan, 1904; VERARD, Pro Macedonia, Paris, Colin, 1904, cfr. CHOUBLIER, La Question d'Orient depuis le Traité de Berlin, Paris, Rous– seau, 1897, pp. 353 sgg. 372-428. 3 SENATO DEL REGNO, Discussioni, XX Legislatura, 2a sessione, p. 723. 4 Annual register 1897, pp. 296, 314; STEED,. The Habsbourg Monarchy, London, Constable and C., 1914, p. 219. 40 BibliotecaGino Bianco

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