Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La diplomazia italiana nella guerra m(!ndiale i governi dell'Intesa lo avevano subito perché assillati dal bisogno di re– clutare per la loro guerra la carne da cannone italiana, ma ben sapevano che le loro promesse, auando fossero state conosciute, sarebbero state con– dannate come immoral( e odiose da tutte le persone imparziali. Essi ben sa– pevano ·di avere manomesso il diritto di una piccola nazione mentre pro– clamavano di essere in guerra contro l'imperialismo germanico per la difesa delle piccole nazioni. Ottenuto lo scopo di trascinare l'Italia nella guerra, quel trattato diventò per essi quello che per il forzato è la catena legata al piede. La controversia del 1915 sulla Dalmazia fu una anticipazione di un'altra battaglia ben piu disperata che Sonnino doveva sostenere quattro anni dopo nella conferenza della pace, non piu con Sazonoff, ma con Wilson. Schilling discutendo con Carlotti, il 6 aprile, gli disse che Sonnino colla sua politica dalmata stava creando una situazione tale che la Russia "diventerebbe alleata dell'Italia, ma cesserebbe di esserle amica." Per l'I– talia una tale situazione non sarebbe stata nuova, perché per molto tempo essa era stata alleata dell'Austria-V ngheria, proprio cioè del suo piu gran– de nemico. Ma in Russia si era abituati a non separare i concetti di amici– zia e di alleanza. È probabile che Schilling aveva piu ragione di quanto lui stesso non pensasse. Ne_ll'interno della Triplice Alleanza, ci era sempre sta– ta intima unione fra i governi della Germania e dell'Austria e nessuna in– tima unione fra quei governi e quello dell'Italia. La Triplice Alleanza fu sempre una Duplice Alleanza fra Germania ed Austria a cui l'Italia aveva aderito senza diventarne mai parte essenziale. Germania e Austria erano "al– leate ed amiche"; l'Italia era "alleata" senza essere "amica." Sonnino pre– parò per l'Italia nell'interno dell'Intesa anti-germanica una posizione analoga a quella che l'Italia aveva tenuta nell'interno della Triplice Alleanza: "alleata" ma non "amica." Schilling guardava la situazione dal punto di vista esclusivamente rus– so. Anche i diplomatici inglesi e francesi guardavano dal loro punto di vista. Il testo definitivo del trattato del 26 aprile presentò una altera– zione essenziale del testo primitivamente proposto da Sonnino. Il memo– randum del 16 febbraio diceva: "dichiarata la guerra fra l'Italia e l'Austria– Ungheria, Italia, Inghilterra, Francia e Russia si obbligano a vicenda di non concludere pace separata né armistizio separato." Come a suo tempo osser– vammo, Sonnino preparando quel testo ,aveva ignorato la Germania, e non a caso. Nel testo definitivo del ,6 aprile l'impegno reciproco di non far pace né armistizio separato fu naturalmente mantenuto, ma il governo italia– no si obbligò di impiegare la totalità delle sue risorse in comune con le altre tre Potenze dell'Intesa "contro tutti i loro nemici." Nessuna ecce– zione dunque per la Germania. Questo cambiamento non sollevò obiezioni da parte di Sonnino. Avrebbe egli potuto spiegare che mentre era pronto a muover guerra all'Austria intendeva mantenere intatti i rapporti verso la Germania? Ma con la formula primitiva del suo memorandum egli aveva 589 BibliotecaGino Bianco

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