Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte quinta Anche ammesso che il Gabinetto di Roma, riesca a strappare dalle mani delle Po– tenze l'esaudimento di tutte le sue richieste, questo non sarà che un piccolo successo momentaneo di Sonnino, per il quale l'Italia avrà in avvenire da pagare un caro prezzo. Carlotti non riesciva a dominare la sua irritazione contro la caparbietà di Sonnino. Discutendo con Schilling si lasciò sfuggire queste parole: "Sonnino è un piccolo ebreo che vuol fare un grande affare." Schilling osservò fra sé e sé che Carlotti da parte di madre era di origine ebrea. Forse avrebbe potuto osservare che se un usuraio è cristiano la gente dice che è un usuraio, ma quando l'usuraio è ebreo la gente dice che è un ebreo. Sazonoff era un pilota senza bussola in un mare in tempesta. Il prin– cipe ereditario serbo e Pashich da Belgrado e il barone Schilling e Supi– lo e gli amici di Supilo a Pietrogrado protestavano che le pretese di Son– nino violavano i piu vitali diritti degli slavi del sud, e che l'Intesa accet– tandole costringeva gli slavi del sud a considerare l'Italia come nemico piu pericoloso dell'Austria. Pashich che come mercante di cavalli non ave– va nulla da apprendere da nessuno, mise anche l'Istria fra le terre riven– dicate dalla Jugoslavia, visto che Sonnino non rinunziava alla Dalmazia. Vi erano giornali in Russia e in Serbia che contestavano all'Italia anche Trieste. Il capo di Stato Maggiore, Januschkewitsch, negava il suo con– senso alla cessione di Sabbioncello. Ma il granduca Nicola, generalissimo dell'esercito russo, faceva ripetere a Sazonoff che non doveva perdere l'aiuto italiano e che sacrificasse pure Sabbioncello pur di ottenere sollecitamen– te quell'aiuto. Quanto alla neutralizzazione delle Bocche di Cattaro, il gran– duca riteneva che il concederla sarebbe stato "assolutamente contrario agli interessi della Russia," ma non insisteva categoricamente che Sazonoff la rifiutasse senz'altro; si limitava a dire che "sarebbe desiderabile ottenere quel– la concessione, se possibile." Non è il caso di aumentare il fastidio già eccessivo di questa espo– sizione seguendo giorno per giorno gli ultimi negoziati su Sabbioncello, sul– le isole e sulle neutralizzazioni. Il lato comico e nello stesso tempo tra– gico di queste dispute era che Sonnino, abbandonando Spalato, aveva ora– mai "contratto l'orifizio del suo esofago" - come diceva Asquith -; in modo che non poteva piu inghiottire che territori minuscoli i quali, se avevano un valore sentimentale per gli slavi, non ne avevano nessu– no per gl'italiani. Tittoni aveva consigliato a Sonnino di domandare la pe– nisola di Sabbioncello, ma niente altro che quella, e di rinunziare a tutto il resto della Dalmazia. Sonnino, essendosi assicurate le isole antestanti a Sebenico e a Zara e potendo ottenere anche le isole foranee piu a sud, hon aveva piu nessun bisogno di Sabbioncello. Salandra non ci tene– va affatto a quella disgraziata lingua di terra. Ma Sonnino continuò a di– sputarsi con Sazonoff su quella "libbra e mezza di carne" - anche que– sta è una immagine di Asquith · - per due settimane. Con non minore accanimento i Troiani e gli Achei si erano disputato il cadavere di Achille! 586 BibliotecaGino Bianco

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