Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La diplomazia italiana nella guerra mondiale è un vero monumento di ottusità mentale. Sonnino formula la ipotesi che la Triplice Intesa sostenga le domande della Serbia in Dalmazia perché vuo– le compensarla qui delle concessioni che la. Serbia dovrebbe fare alla Bul– garia in Macedonia, e osserva: "Se di quel margine di compensi potessimo disporre noi, la soluzione del problema macedone rimarrebbe in parte nel– le nostre mani.'' Da questa ipotesi Sonnino dovrebbe dedurre la conseguen– za che dimostrandosi piu conciliativo nella questione dalmata e cosI facili– tando la soluzione della questione bulgara, egli potrebbe domandare all'In– tesa compensi su qualche altro terreno in cui sono in gioco piu seri inte-. ressi italiani. Invece egli scrive: "Quanto alla Serbia essa avrebbe potuto sot– trarsi alle previsioni che la Triplice Intesa le prepara per la questione mace– done se avesse preso l'iniziativa di trattare direttamente con noi per le co– ste dalmate e si fosse assicurato senza intermediario i desiderati vantaggi." Proprio quel Sonnino che si era sempre rifiutato di trattare direttamente con Pashich la questione dalmata, e che aveva voluto concentrare il negoziato a Londra nel piu assoluto segreto, accusava ora Pashich di non avere trattato direttamente con lui e di ricorrere a "intermediari," cioè a Sazonoff, e come se questo non bastasse, Sonnino ci fa sapere che se Pashich avesse trattato direttamente con lui, dimostrandosi maneggevole nella questione dalmata, lui, Sonnino avrebbe sostenuto Pashich nella questione macedone contro la Bulgaria e contro le previsioni dell'Intesa! Il telegramn:ia conchiude con que– ste straordinarie parole: "Comunque sia di ciò, risulta che la Triplice Intesa deve ravvisare nella soluzione del problema dalmatico un interesse non sol– tanto serbo, ma ben piu esteso ed avente portata su tutta la sua politica bal– canica." La sola interpretazione possibile di queste parole opache, è che Son– nino è convinto che contentandosi di metà della Dalmazia invece di insistere a domandarne i nove decimi, ha reso possibile la soluzione della questione macedone a spese della Serbia e cosI si è , meritato la riconoscenza della Triplice Intesa e della Bulgaria e della Serbia stessa! Il primo aprile Grey, avendo bisogno di riposo, lasciò il negoziato nelle mani del Primo ministro, Asquith, .che era informato di tutte le precedenti discussioni e poteva perciò prenderle dove Grey le lasciava. Asquith a nome dell'Intesa, "dopo maturo esame," offrf a Imperiali una "finale con– clusione": 1) all'Italia la costa della Dalmazia settentrionale fino al Capo Planka con le isole prospicienti, piu , le isole di Lissa, Busi, Cazza, Lago– sta, Pelagosa; 2) alla Serbia il resto del litorale dalmata fino alla frontiera montenegrina, la penisola di Sabbioncello e le isole non assegnate all'I– talia; 3) tutte le isole e tutte le coste, italiane e slave comprese le Boc– che di Cattaro, neutralizzate: La proposta di Asquith non ebbe fortuna né a Roma né· a Pietro– grado. Sonnino la rifiutò senz'altro: "Valeva meglio," disse a Rodd, "so– spendere addirittura qualunque negoziato." A Pietrogrado il_Barone Schil– lmg prevedeva "per il prossimo avvenire" una guerra fra la Serbia e l'Ita– lia. Il 4 aprile disse a Carlotti: 585 BibliotecaGino Bianco

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