Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte quinta ' no era "completamente libero nelle sue decisioni, ed era disp9sto a trat,- tare con tutti, anche col Messico." Se il Gabinetto di Vienna per assicu~ rarsi la neutralità italiana dovesse offrire tutto quanto gl'italiani desidera– vano, sarebbe stato impossibile rifiutare un tale accordo. Ma egli era con– vinto che il Gabinetto di Vienna non si sarebbe mai deciso a fare i sacri– fici necessari. D'altra parte il governo italiano non poteva trasformare la neutralità in guerra contro le Potenze centrali se non avesse assicurato alla nazione vantaggi proporzionati ai sacrifici. Erano le Potenze dell'Intesa disposte a garentire quei vantaggi? Sulle trattative col Gabinetto di Vienna, Sonnino si rifiutava recisa– mente di dare informazioni e spiegazioni a chiunque. Alla fine del collo– quio del 21 marzo, Sir Edward Grey informò Imperiali che Sazonoff era sotto la impressione che l'Italia mentre trattava con gli alleati conduces– se negoziati anche coll'Austria. Imperiali "recisamente contestò" un so– spetto cosf calunnioso. È chiaro che Sonnino teneva all'oscuro il suo am– basciatore a Londra delle trattative con Burian, mentre teneva all'oscuro l'amqasciatore italiano a Vienna, Avarna, delle trattative con Grey. èos~ l'uno e l'altro potevano in buona fede negare di sapere che ci fossero que trattative parallele. Nel comunicare a Sir Edward la risposta intransigente di Sonnino, Imperiali domandò se il suo interlocutore continuava ad onorarlo della sua fiducia e dopo avere ottenuto risposta affermativa (poteva Sir Edward rispon– dere altrimenti?), gli somministrò un sermone destinato a produrre un gran– de effetto. Le Potenze alleate non potrebbero commettere errore piu fatale che il crederci ca– paci di mercanteggiare. L'attribuirci soltanto tale intenzione offenderebbe la nostra di– gnità. Noi non siamo uno Stato balcanico. Le condizioni presentate hanno precisamente formato oggetto di lungo e diligente esame. Esse- rappresentano il minimo delle esigenze compatibili colla tutela degli inte.çessi nazionali piu vitali... Ciò... io onestamente gli do– vevo dichiarare che non mi sentivo di dire una sola parola per raccomandare al governo di sua maestà di fare qualche concessione, sia perché il farla sarebbe contrario alla mia coscienza d'italiano, sia perché ritenevo ogni mio suggerimento in tal senso riuscirebbe .assolutamente vano e inaccettato. 9rey ascoltò con flemma britannica, promise di consultare il Primo mi– nistro, gli altri ministri, Parigi e Pietrogrado, e tre giorni dopo ricominciò a "mercanteggiare" come se le parole. di Imperiali gli fossero entrate in un orecchio per uscire dall'altro. Cioè egli confidò in gran segreto di avere escogitato una soluzione della questione dalmatica tale che forse avrebbe potuto essere .accettata da Sazonoff. Per ora non si trattaya che di una idea tutta personale di Sir .Edward. Egli non ne aveva parlato neanche col Pri– mo ministro. La. prima persona con cui ~e parlava era Imperiali, nella spe– ranza che Imperiali lo aiutasse ad evitare il naufragio del negoziato. Secon– do i tecnici il solo porto della Dalmazia che potesse servire di sbocco al 582 Biblioteca Gino Bianco

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