Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La diplomazia italiana nella guerra mondiale col neutralizzarne le coste, nçm perché gli importi molto la sovranità di quegli Stati, ma perché pensa che in caso di guerra fra l'Italia e la Fran– cia sarebbe bene che una parte della flotta italiana rimanesse impegna- .ta nell'Adriatico da una Jugoslavia alleata della Fra·ncia. Non capisce che in vista di siffatta eventualità il governo della Jugoslavia farebbe bene a spendere il proprio denaro e quello fornitogli dalla Francia per organizzare un forte esercito che minacci l'Italia nei punti vitali di Trieste e di Ve– nezia, e non sciupare denaro in spese navali che servirebbero solo a distur-– bare l'Italia in un mare come l'Adriatico che non ha nessuna importanza vitale per l'Italia. Le linee dei grandi rifornimenti italiani passano per l'Io– nio e il Tirreno. In questi mari la flotta francese dovrebbe cercare di spaz– zar via la flotta italiana, e non andare a imbottigliarsi nell'Adriatico. Sazonoff si atteggia a difensore degli slavi, ma è pronto a cedere a Son– nino non solo Zara, in cui la grande maggioranza della popolazione è italiana, ma anche Sebenico in cui non vi sono che poche centinaia d'italiani, e le isole in cui la popolazione è quasi completamente slava. Il solo punto su cui non intende transigere è la neutralizzazione delle Bocche di Cattaro. Queste debbono rimanere a disposizione della flotta russa dopo che essa abbia messo sotto il suo controllo il Bosforo e i Dardanelli. Sa– zonoff e lo Stato Maggiore della marina russa, che certamente gli consiglia .l'intransigenza su questo punto, non si domandano quante isole dell'Egeo dovrebbe la flotta russa controllare prima di arrivare all'Ionio, e che cosa succederebbe di essa prima che arrivasse alle Bocche di Cattaro, qualora l'Italia fosse alleata dell'Inghilterra o della Francia o di entrambe con– tro la Russia. Sazonoff e gli "esperti" della marina russa non capiscono che nella ipotetica guerra del gio.rno dopo l'Italia e la Russia non si tro– verebbero sole a guerreggiare nel Mediterraneo. Se l'Italia fosse alleata del– la Russia contro l'Inghiltrra, la flòtta russa troverebbe a Taranto· una ma– gnifica base navale, e non avrebbe bisogno delle Bocche di Cattaro; .e se l'Italia fosse alleata dell'Inghilterra contro la Russia, la flotta russa avrebbe altro da fare che andare a imbottigliarsi nell'Adriatico. Questi solenni personaggi dai quali dipendono i destini dei popo– li, pensano solo a occupare posizioni strategiche favorevoli per quella guerra di domani che seguirà alla guerra di oggi, e in cui i nemici di oggi saranno gli alleati, e gli alleati di oggi saranno nemici. E nel risolvere questo problema ciascuno prende sul serio le fantasie e gl'incubi strategici dei suoi ammiragli. 577 BibliotecaGino Bianco

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