Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

.. Parte quinta nopoli, le sue domande sarebbero state respinte. Non c'era dunque nessun pericolo che l'intervento italiano minasse la reciproca fiducia esistente fra i Gabinetti dell'Intesa. Anche Delcassé voleva si facesse di tutto perché l'Italia passasse dalla parte degli alleati "col suo milione di baionette," in modo da "chiudere entro l'agosto, cioè prima del nuovo rac~olto, il cerchio di ferro intorno alla Germania e all'Austria." Rassicurato da Grey nella faccenda di Costantinopoli, Sazonoff si rab– bonL Ammise che l'intervento dell'Italia contro gl'imperi centrali avrebbe fatto una utile "impressione morale" e avrebbe arrecato il vantaggio di met– ter fine al contrabbando di guerra dall'Italia verso la Germania. Ma insiste– va che l'azione militare dell'Italia non sarebbe stata proporzionata alle sue pretese territoriali. Perciò proponeva che l'Intesa non prendesse l'iniziativa dei negoziati ma lasciasse al governo italiano la parte di postulante. Inol– tre le promesse fatte nell'estate precedente dovevano essere riesaminate e ridotte. Sospettava che Sonnino volesse offrire l'intervento contro la sola Turchia, senza romperla per il momento con l'Austria. Perciò voleva che non fosse accettata l'alleanza italiana se Sonnino non s'impegnava a pro– cedere contemporaneamente contro la Turchia e l'Austria. Delcassé ammetteva che l'iniziativa del negoziato doveva essere presa da Sonnino e che questi doveva impegnarsi contro la Turchia e contro l'Au– stria. Ma insisteva che l'intervento italiano era "molto desiderabile," e quan– to aJl'idea di ridurre le offerte fatte a San Giuliano, faceva osservare che quelle offerte si limitavano al Trentino, a Trieste e Valona. Ridurre quelle offerte mentre il governo tedesco poteva offrire la incorporazione pacifica del Trentino, era spingere l'Italia verso la Germania. Nel bel mezzo di questa discussione il 4 marzo, Imperiali comunicò a Sir Edward Grey il memoriale di Sonnino dopo avere ricevuto da Sonni– no un'ultima raccomandazione per il piu assoluto segreto se si voleva evi– tare qualche "grande jattura." Se la notizia dei negoziati fosse trapelata, l'Italia poteva essere aggredita dagl'Imperi centrali quando non era ancora pronta. Fra Sonnino e Burian facevano in quei giorni a chi aveva piu paura di essere aggredito dall'altro. Nel comunicare il memoriale a Sir Edward, Imperiali non mancò di ac– cennargli a titolo personale alle idee che lui, Imperiali, aveva circa Smir– ne. Sir Edward lasciò cadere in discussione Smirne, e si dichiarò lieto per le prospettive di "piu intime e piu solide relazioni italo-inglesi"; che l'ini– ziativa del governo italiano veniva ad aprire; avrebbe ripreso la conversazio– ne dopo che avesse esaminate le proposte; ma quanto al segreto assoluto, esso non poteva essere che un segreto relativo perché egli doveva consul– tar gli altri due governi dell'Intesa prima di assumere impegni. Le domande di Sonnino sulla Dalmazia provocarono la costernazione fra gli alti funzionari del Ministero degli esteri di Londra. Era facile pre– vedere le difficoltà che sarebbero sorte fra la Triplice Intesa e il governo di Belgrado se Sonnino avesse virito la partita. Ma Sir Edward tenne a 572 · BibliotecaGino Bianco

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