Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Capitolo sedicesimo Verso il Trattato di Londra Sui primi del marzo 1915, Sir Edward Grey, Sazonoff e Delcassé discu– tevano sull'atteggiamento da assumere verso l'Italia. Sazonoff riteneva che ormai l'intervento dell'Italia "aveva perduto la maggior parte del suo va– lore." Peggio ancora, l'Austria si sarebbe piu difficilmente indotta a far la · pace separata, se oltre a subire le domande della Russia, avesse dovuto su– bire anche quelle dell'Italia. L'Intesa era forte perché era concorde. "Se una quarta potenza si fosse insinuata fra loro, non ci sarebbe stato pericolo che mirasse a dividerle nell'interesse proprio?" Sazonoff credeva di avere ora– mai in pugno la vittoria sull'Austria. Non era piu l'uomo dell'agosto 1914 quando insisteva per l'intervento immediato dell'Italia nella guerra e of– friva come premio della vittoria non solo Trieste e l'Istria ma anche tutta la Dalmazia fino a Ragusa. La campagna dei nazionalisti italiani per la con– quista della Dalmazia aveva provocato serie apprensioni in Russia. Qui uno dei piu intelligenti e rispettati esuli croati, Supilo, aveva piantato le sue tende, diffondeva l'idea della unificazione nazionale jugoslava e rivendica– va la Dalmazia alla Jugoslavia futura. Sazonoff aveva capito di averla fatta grossa nell'estate precedente ad offrire a San Giuliano la Dahµazia, e cer– cava di riparare al mal fatto. Gli ambasciatori di Francia e d'Inghilterra a Pietroburgo erano d'accordo con Sazonoff. Ammettevano che si dovesse– ro coltivare rapporti cordiali col Gabinetto di Roma per evitare che questo si legasse alle Potenze centrali. Ma non era il caso di andare piu in là. Si vede che a Pietr,oburgo negli ambienti della Triplice Intesa la disfatta dell'Austria appariva sicura. Sir Edward dissentiva da Sazonoff. Era convinto che l'intervento del– l'Italia e degli Stati balcanici (Bulgaria e Rumania erano ancora neutrali) 1vrebbe agevolato enormemente la fine della guerra a condizioni soddisfa– centi se pure non avrebbe prodotto in breve tempo la distruzione delle forze austro-tedesche. Viceversa se la cooperazione dell'Italia o d'altra Po– tenza fosse respinta, la Germania ne avrebbe approfittato per fare loro offer– te piu attraenti. Se l'Italia avesse messo condizioni che rendessero impos– sibile un regolamento favorevole alla Russia della questione di Costanti- 571 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=