Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La diploma:zia italiana nella guerra mondiale tà di -Trieste e il suo territorio con un distrétto che si sarebbe esteso ad ovest fino a comprendere Nabresina e ad est fino a comprendere i distretti di Capo d'Istria e Pirano, sarebbe stata costituita in Stato del tutto indi– pendente e non vi sarebbero potute entrare milizie né austro-ungariche né italiane. L'Italia avrebbe occupato immediatamente i territori cedutile. Trie– ste col suo territorio sarebbe stata sgombrata ·dalle autorità austro-ungari– che. I soldati dell'esercito austro-ungarico appartenenti ai territori ceduti o · sgombrati sarebbero stati sciolti da ogni obbligo militare. L'Italia avrebbe pagato all'Austria-Ungheria la somma di 200 milioni di lire italiane in oro come quota spettante ai territori ceduti del debito pubblico austro-unga– rico e a compénso di ogni proprietà posseduta dal demanio austro-ungarico m quei territori. Burian prese anche lui una settimana per rispondere, il 16 aprile, che le domande di Sonnino erano inaccettabiH e fare le sue controproposte. Sonnino ci pensò su cinque giorni, e il 21 aprile mandò a Vienna le sue cri– tiche. Burian ci mise otto giorni a fare le sue controcritiche. Frattanto Sonnino aveva conchiuso i negoziati per l'adesione dell'I– talia alla Intesa anti-germanica. Il .memorandum che consacrava questa adesione era stato firmato a Londra il 26 aprile 1915. Il 3 maggio inviò a Vienna un telegramma per dichiarare annullato il trattato della Tripli– ce Alleanza e riprendere la sua completa libertà d'azione. In tutte le discussioni con Berchtold e Burian i negoziatori italiani avevano sempre dichiarato di voler rimanere fedeli alle ."aspirazioni nazio– nali" italiane. Erano queste aspirazioni la base di ogni loro diritto e di ogni loro giustificazione. Ma nel formulare le proposte del1'8 aprile, Sonni– no e Salandra ignorarono un bel frammento d~lle "aspirazioni nazionali." Essi infatti lasciarono sotto il governo di Vienna gl'italiani dell'Istria occi– dentale meno quelli abitanti nei distretti di Capo d'Istria e di Pirano. Né per questi, né per gl'italiani di Fiume, né per quelli della Dalmazia doman– darono alcuna garenzia di equo trattamento. Viceversa spinsero la frontie- ra del Trentino dalla Chiusa di Salorno al nord di Bolzano, e cosf intacca- , rono un ..territorio occupato da una popolazione tedesca. quasi compatta. E le isole dell'Adriatico centrale da essi domandate erano abitate da una po– polazione qualsi completamente slava. Essi si fecero guidare esclusivamen- te dalle preoccupazioni strategiche degli Stati Maggiori della guerra e del- la marina. A quel che sembra, questi avevano formulato un programma massimo e un programma minimo di aspirazioni strategiche. Il program- ma massimo era stato presentato all'Intesa. antigermanica. H programma minimo fu presentato a Burian. Avendo lasciato all'Austria la formidabi- le base navale di Pola nell'Istria occidentale, Sonnino e Salandra doman- darono le isole dell'Ad~iatico centrale per procurare alla flotta italiana una base navale che facesse equilibrio a quella di Pola. E nell'Adriatico meri- ·dionale domandarono Valona per fare equilibrio alla base navale di Catta- ro che sarebbe passata sotto l'incondizionato controllo austriaco. 569 BibliotecaGino Bianco

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