Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte quinta sunto nel 1897 dal governo di Vienna e da quello di Roma. Il duca d'A– varna credé di poter arguire che il territorio offerto da Burian non si sa– rebbe esteso "molto al di là di Trento." Naturalmente Sonnino, il 31 marzo, rifiutò le offerte di Burian com~ "troppo vaghe, incerte e assolutamente insufficienti." Anzitutto la neutra– lità italiana doveva essere "perfetta e sincera" e non "favoreggiamento." La situazione geografica dell'Italia nel Mediterraneo non permetteva al go– verno italiano di provocare rappresaglie dal gruppo anglo-francese che do– minava il mare. Inoltre egli era disposto a consentire all'Austria-Ungheria libertà d'azione nei Balcani, ma questa doveva disinteressarsi completamen– te dell'Alb~nia. Finalmente, a parte altri punti piu particolari, che pur ave– vano la loro importanza, egli "non riusciva nemmeno ad afferrare quale fos– se l'estensione del territorio" che Burian offriva. "Una striscia di terreno nel Trentino" non avrebbe messo fine in Italia ai sussulti dell'irredentismo. Era chiaro che sulle basi offerte da Burian ogni negoziato sarebbe stato futile. Il 2 aprile Burian precisò quali territori fosse disposto a cedere: si trat– tava dei distretti di Trento, Rovereto, Riva, Borgo, e parte del distretto di Tione. Nella vallata dell'Adige l'Italia si sarebbe estesa fino alla località di Lavis, che sarebbe rimasta all'Italia. Sonnino rimase silenzioso per una buona settimana. Burian invitò Son– nino a fare conoscere alla sua volta le sue proposte. Salandra scrive: "EsJ– tavamo, e discutemmo a lungo intorno alla formula delle nostre contro– proposte, segnatamente per Trieste, che non potevamo abbandonare all'Au– stria né domandare in completa e pronta cessione senza pericolo d'imme– diata rottura." Finalmente 1'8 aprile Sonnino fece le sue proposte, doman– dando risposta "con la maggiore sollecitudine possibile." Il governo italiano si sarebbe impegnato ad una perfetta neutralità durante tutta la presente guerra nei riguardi dell'Austria-Ungheria e della Germania (si noti la manca-nza di qualsiasi menzione della Turchia, che pur era in guerra fin dall'ottobre del 1914 come alleata degl'Imperi centra– li) e per tutta la durata della guerra avrebbe rinunziato ad ogni facoltà d'invocare l'articolo VII del trattato per ottenere compensi al di là di quelli che . sarebbero stati stipulati nel trattato sotto discussione. Per parte sua il governo di Vienna si sarebbe disinteressato dçl Dodecaneso e dell'Al– bania, avrebbe riconosciuto la piena sovranità dell'Italia sulla baia di Valo– na e sul retroterra necessario alla difesa di quella posizione, e avrebbe ce– duto all'Italia: a) il Trentino entro i confini che aveva il Regno italico nel 1811, cioè fino a una linea che sarebbe passata fra Bol~ano e Merano; b) una correzione del confine verso Trieste in modo che passassero all'Ita– lia le città di Gradisca e di Gorizia, e il nuovo confine scendesse sul mare fra Monfalcone e Trieste, a Nabresina; e, e) nell'Adriatico centrale le isole di Lissa, Lesina, Curzola, Lagosta, Cazza, Meleda e Pelagosa, battezzate, come già nel memorandum del 18 febbraio, come "Isole Curzolari." La cit- 568 BibliotecaGino Bianco

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