Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La diplomazia italiana nella guerra mondiale spennando coloro che andavano a Roma a visitare l'esposizione e a go– dersi le feste del cinquantenario. Il 6 agosto 1911. i cattolici inglesi, d'intesa evidente.q:iente col Va– ticano, tennero a Newcastle-on-Tyne un congresso in cui non protestaro– no, come al solito, contro "gli usurpatori" dei territori pontifici, ma si limitarono ad affermare il diritto della Santa Sede ad essere garentita nel– la sua indipendenza. Il primate d'Inghilterra, cardinale Bourne, dopo aver dichiarato che avrebbe espresso "il pensiero intero dei cattolici," asserf che "il governo italiano aveva il dovere di trovare e dare al papa quelle garenzie di indipendenza , che lo avessero adeguatamente com– pensato per la perdita del potere temporale che gli era stata imposta dal– la forza nel 1870." Non si trattava piu, dunque, di restaùrare la sovranità territoriale del papa ma di trovare un surrogato. Il cardinale Bourne non rilevò in che cosa il surrogato dovesse consistere. "È una questione - disse, "che solamente Sua Santità può risolvere." Ma qualcosa dei reconditi pensieri di Sua Santità era probabilmente traspirato fino a lui, perché egli poté dare per sicuro che le condizioni che il papa avrebbe domandate non sarebbero probabilmente state onerose; il papa non agognava a va– sti territori; dopo tutto esisteva già nell'interno dell'Italia la Repubblica di San Marino, ed esisteva entro i confini della Francia il Principato di Mo– naco; "con un po' di buona volontà, la indipendenza della Santa Sede potrebbe essere adeguatamente garentita senza alcun danno essenziale alla unità_del Regno d'Italia." Già nel 1882 un pubblicista francese, il Leroy Beaulieu, aveva pro– posto che il governo italiano riconoscesse esplicitamente la sovranità del papa su quei cinquanta ettari circa di chiese, palazzi, giardini e altre aree che vanno sotto il nome collettivo di Vaticano. A questo scopo sarebbe· bastata riformare la legge italiana delle guarentigie del 1871, in quel punto . . 1 . 1 "l' " d I V . "' . 1· I " m cui asciava ~ papa uso e attcano senza nconoscerg 1 a sovra- nità." Il papa non sarebbe diventato in realtà piu libero ·e piu indipen– dente che già non fosse. Ma essendo riconosciuto esplicitamente come so– vrano su un territorio sia pure microscopico, diventava indipendente dalla sovranità italiana, non solo di fatto ma anche di diritto. L'Italia era ra– gionevole. Nel 1891 vi erano già in Italia uomini di governo che sarebbero stati disposti ad accettarla, purché Leone XIII rinunciasse alla sua volta esplicitamente ad ogni ulteriore contestazione territoriale. Quelle disposizio– ni naufragarono contro la intransigenza di Leone XIII, che non voleva dare nulla in cambio. Egli era convintÒ che una conciliazione col governo italiano avr~bbe troppo aumentato l'i_nfluenza italiana sul Vaticano e avrebbe messo il papa sotto il sospetto permanente di essere asservito alla politica italiana: meglio continuare in una ostilità, che dopo tutto non faceva al papa nessun male. Nel 1916, un anno dopo l'intervento dell'Italia nella guerra anti-ger– manica, un cardinale tedesco, Ehrle, pubblicò uh opuscolo in cui ripren- 559 BibliotecaGino Bianco

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