Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte quinta avrebbe potuto convenirgli piu che l:;i non-soluzione che si era. andata ela– borando senza nessun piano premeditato, grazie a quelle abitudini di tol– leranza, di "tira a campà" e di compromesso, o come si dice in Italia, di "combinazione," che erano doti comuni a tutti gli italiani - nel Va– ticano e fuori del Vaticano, cattolici o fram·massoni, ministri o cardinali. Il successore di Leone XIII, Pio X (1903-1914), si astenne anche lui dal benedire la folla in Piazza San Pietro nel giorno della sua elezione, e ripeté la protesta rituale contro i violatori ,dei "diritti imprescrittibili" del– la Chiesa. Nell'aprile 1904, quando Loubet, Presidente della Repub– blica Francese, cioè di un paese che il Vaticano si ostinava a considerare cattolico, venne a Roma a visitare ufficialmente il re d'Italia "che detene– va la sovranità su Roma contro ogni diritto," Pio X protestò. Ma egli aveva della rivoluzione sociale una salutare paura e non intendeva giocare col fuoco come Leone XIII. Non era sicuro di poter esorcizzare gli spi– riti maligni dopo averli evocati. Perciò abbandonò, un passo oggi, un pas– so domani, la intransigenza dei suoi due predecessori. In occasione delle elezioni nazionali del settembre 1904 si astenne dal pubblicare il non expedit e fece dire ai vescovi che si regolassero come credevano. Cinque cattolici si presentarono · come candidati; due furono eletti, e assumendo ufficio di deputati, giuraro~o fedeltà al re e alla Costi– stituzione, senza. fare, almeno pubblicamente, alcuna riserva. L'anno dopo, con l'enciclica Il fermo proposito (ll agosto _1905), Pio X annunzi9 che il non expedit rimaneva sempre in vigore ma poteva ·essere sospeso "caso per caso" dai vescovi nelle loro diocesi, dopo averne ottenuto il permes– so dal papa. Nelle elezioni generali del 1909, la Santa Sede autorizzò i vescovi a sospendere ufficialmente il non expedit in 72 collegi, in 38 dei quali i cattolici presentarono candidati propri, riuscendo vincitori in 16. Uno dei nuovi eletti, Cameroni, provocato nella Camera dai deputati anti-. ' clericali a dichiarare se accettava Roma come capitale d'Italia, dichiarò che l'accettava. Nacque cosf una situazione piuttosto umoristica. Fuori d'Italia, e specialmente in America, i cattolici continuavano a protestare contro· "co– lui che deteneva contro ogni buon diritto" la città di Roma e i suoi din– torni, mentre in Italia i candidati cattolici e i giornali cattolici si erano scor– dati della Questione Romana e i deputati cattolici giuravano fedeltà a "co– lui che deteneva." Era chiaro che la commedia era destinata o prima o poi a cessare. Nel 1911 fu celebrato solenneme.nte in Italia il cinquantesimo an– niversario dell'anno in cui il Parlamento piemontese, su proposta di Ca– vour, aveva proclamato che Roma doveva divenire la capitale dell'Italia unificata. Pio X non poteva lasciare trascorrere quei festeggiamenti senza qualche contro-dimostrazione. Perciò sospese durante l'intera annata i pel– legrinaggi a Roma. Gli"albergatori di Roma si rifecero di questa deficienza 558 BibliotecaGino Bianco

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