Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte prima l'Italia una maggiore libertà d'azione nei suoi rapporti colla Francia. Cosf si spiega come il 1896 vede contempor~neamente migliorarsi i rapporti ita– lo-francesi e inasprirsi i rapporti anglo-francesi per. la questione d'Egitto, e con tutto ciò sia uno degli anni piu fecondi in manifestazioni di intimità fra Italia e Inghilterra: dai discorsi di Curzon e di Chamberlain alla Camera dei Comuni, in cui gl'italiani sono chiamati senz'altro "alleati" anzi "si– curi alleati" (stanch allies) dell'Inghilterra, 55 a un'intervista del marchese Di Rudinf, che sul New-York H erald afferma che "l'amicizia inglese è real– mente la pietra angolare delle altre alleanze " 56 ; dalle ripetute dichiarazioni parlamentari dei ministri italiani, 57 alla affermazione fatta dal marchese di Salisbury nella Camera dei Lords, delle "simpatie grandissime e sincere" dell'Inghilterra verso l'Italia, "dettate non dal sentimento, ma da conside– razioni d'interesse 1158 ; dalla visita dei marinai inglesi ai porti di Livorno, Ci– vitavecchia, Napoli, 59 alla dichiar.azione del primo Lord dell'Ammiragliato inglese, Goschen, che se l'Inghilterra avesse avuto da guerreggiare nel Mediterraneo, "non sarebbe rimasta sola. "fl) Furono rinnovati nel 1896 anche gli accordi del 1887 e del 1891 fra l'Inghilterra e l'Austria e la Germania? Certamente no. Lord Salisbury, interrogato sul principio del 1896 dall'ambasciatore au– striaco se era disposto a dare forma piu concreta e impegnativa alle "intel– ligenze di massima" del 1887 e del 1891, dichiarava che "non poteva as– sumere coll'Austria-Ungheria e coll'Italia nessun impegno piu preciso di quello del 1887 1 : cioè gli accordi cadevano nel nulla, dal momento che veni– vano dichiarati non suscettibili di nessuna realizzazione concreta. A quella dichiarazione seguf, bensf, poco dopo la solidarietà con l'Inghilterra non solo dell'Italia, ma anche della Germania e dell'Austria, nella questione d'Egitto. Ma dev'essersi trattato d'impegni, che non oltrepassavano in alcun mo– do la questione d'Egitto. Il telegramma di Guglielmo II a Kriiger aveva rotto per sempre l'incanto anglo-germanico: Guglielmo II, tentando di sfruttare la questione del Transwaal, sia per stringere la Francia alla Ger– mania, sia per serrar meglio i legami dell'Inghilterra con la Triplice Allean– za, non aveva ottenuto lo scopo con la Francia e aveva reso per sempre dif– fidente l'Inghilterra. E con questo, la situazione dell'Italia si trovava, ipso facto, a non esser piu quella di prima, nonostante il prolungamento delle intese e dei trattati. Matteo Renato Imbriani, reso chiaroveggente dal suo odio contro l'Au- 55 Parliamentary Debates, XXXVIII, 1028, 1354-55, 1509. 56 "Tribuna," 28 marzo 1896. 57 CAMERADEI DEPUTATI, Discussioni, XIX Legislatura, la sessione, pp. 3430, 3994, 4714, 5361. 5 8 12 giugno, Parliamentary Debates, XLI, 935. È questa la formula che si ripete quasi co– me un rito, ogni volta che si vuole ufficialmente affermare l'intesa anglo-italiana: cfr. CHIALA, Triplice e Duplice, pp. 625-626, 633. s9 Giugno 1896; CHIALA,p. 630. 60 Parole riferite da Sir Charles Dilke il 3 luglio 1902: Parliamentary Debates, CX, 704. 61 Nigra a Crispi, 10 febbraio 1896: PALAMENGffi-CRISPI, Questioni internazionali, p. 286. 36 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=