Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La diploma.zia italiana nella guerra mondiale Inoltre Sonnino aspettava che l'intervento dell'Italia avrebbe messo fine alla guerra in pochi mesi. Salandra nega questo fatto, e per dimostrare che né lui né Sonnino.'.prevedevano una guerra "facile e breve," ricorda che appena una settimana dopo la dichiarazione di guerra all'Austria egli par– lò pubblicamente di "una guerra piu grande di qualunque altra la storia ricordi," "una guerra la .quale investe e trasporta nel suo turbine non sol– tanto i combattenti ma tutti coloro che restano. 1 ~ Queste parole dimostra– no che_lui e il suo ministro degli esteri prevedevano una ·guerra no~ "faci- 1 " " . 1 " h 1 d "b " A h e o non picco a, non e e a preve essero reve. ne e una guerra difficile e grande può essere una guerra breve. Nell'ottobre 1914, conver– sando con De Viti, Sonnino espresse la opinione che l'Italia non potesse sostenere una lunga· guerra. Nel gennaio 1915, discutendo· con Biilow, pre– disse che la guerra non sarebbe andata al di là del prossimo autunno. Nel memoriale del 16 febbraio, calcolava che a coprire le spese eccezionali di quella guerra sarebbe bastato contrarre in Inghilterra un prestito di "non · meno" che quaranta· milioni di sterline. Il 23 febbraio decise di farla finita con la parsimonia ed elevò il prestito a... cinquanta milioni di sterline. (La guerra venne a cos_tareall'Italia sessanta volte di piu.) Il 7 febbraio 1915, l'ex ministro Bertolini fece osservare a Salandra che le formidabili difese naturali ed artificiali dell'Austria avrebbero resistito per molti mesi all'eser– cito italiano. Salandra gli oppose che lo Stato Maggiore dell'esercito eia di ·divers_oparere._Lo stesso Salandra riconosce che "è vero che non preve– demmo noi, come nessuno prevedeva, la durata, l'estensione, l'intensità del consumo di uomini e di beni per altri tre o quattro lunghi anni 777 : cioè ammette che reé:!.lmenteegli non prevedeva una guerra cosi lunga. Questo fatto va tenuto presente non per fare carico a Sonnino e a Salandra di una errata previsione che essi ebbero in comune con tanti altri, e la cui respon– sabilità, caso mai, per quanto riguarda l'Italia, risale ai militari italiani, ma per comprendere su quali aspettative militari essi basarono il loro piano diplomatico. . Essi contavano che nelle trattative di pace fra la Germania e la Tri– plice Intesa dopo una "partita bianca, 11 essi avrebbero potuto parlare in nome di un paese non sfiancato da una guerra cosf lunga come quella degli altri e forte del prestigio riportato nella rapida decisiva vittoria con– tro l'Austria. Quindi si sarebbero trovati in unà posizione diplomatica pri– vilegiata fra gli alleati déll'ante guerra e gli alleati della guerra. I territori ,che Sonnino rivendicava contro l'Austria non avrebbero potuto essere oggetto di contestazione né di negoziati, dato che la Triplice Intesa era tenuta ·per trattato ad assegnarli all'Italia e dato che l'Austria, sconfitta, non sarebbe stata in grado di difenderli. Invece la redistribuzione dei ter– rit9ri coloniali avrebbe dato luogo a vasti negoziati, durante i quali i diplo– matici inglesi e francesi avrebbero dovuto fare laute concessioni ai ne- 7 L'Intervento, p. 185. 549 BibliotecaGino Bianco

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