Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte prima relazioni con le altre grandi potenze. Io quindi intendo mantenere fermamente la Tri– plice Alleanza, mantenere fermamente la politica voluta da essa, stipulata nei trattati che sono ancora in vigore. Ma intendo interpretarla in tal guisa, e intendo di condurre la politica del governo con tali modi, che non siano per essi alterati i buoni rapporti con la Russia e con la Francia, rapporti che intendo di rendere sempre piu amichevoli, sempre piu cordialmente, sinceramente, e direi quasi affettuosamente amichevoli. 49 Il Caetani di Sermoneta, nella seduta del 20 giugno, ripete: La Triplice Alleanza, patto di reciproca fedeltà, punto non esclude, ed implica anzi, che i singoli alleati abbiano a mantenersi in buoni e cordiali rapporti verso ogni altra potenza. Cosi, in quanto ci concerne, le nostre amichevoli relazioni con la Russia e lo studio nostro di informare le nostre relazioni con la Francia a quella mutua simpatia e be– nevolenza che corrisponde alle affinità di razza e al ricordo di indimenticabili eventi, punto non tolgono che continui la intimità e la illimitata fiducia delle due potenze alleate, l'Au– stria-Ungheria e la Germania. Ne posso porgere alla Camera la piu recisa affermazione. 50 Le conseguenze di questa nuova maniera d'intendere la Triplice non tardarono a manifestarsi. Nell'autunno del 1896 abbiamo l'accordo italo– francese per la Tunisia (28 settembre-1° ottobre), e il matrimonio tra il principe di Napoli, Vittorio Emanuele III, e la principessa Elena di Mon– tenegro (24 ottobre 1896). Dell'accordo cosi'.parlava alla Camera dei deputati, nella seduta del 15 dicembre 1896, il nuovo ministro degli affari esteri, Visconti-Venosta, succe– duto al Caetani di Sermoneta nel luglio: Questo trattato, col quale l'Italia e la Francia, per la prima volta dopo molti anni, han potuto negoziare e intendersi su un affare molto piu atto a dividerle che a riavvici– narle,. crea qelle relazioni dei due paesi uno stato di cose migliore, nel quale essi potran– no, quando il momento opportuno sarà giunto, considerare l'insieme delle loro relazioni economiche per ricondurle a una condizione normale. Allora, in una piu vasta concilia– zione d'interessi, in un campo assai piu largo, la produzione italiana potrà trovare un compenso e un risarcimento a qualche perdita sul mercato della Tunisia ... Una rottura di 1·elazioni colla Francia sarebbe stato un fatto pertt:trbatore della nostra situazione in– ternazionale, un fatto perturbatore della stessa situazione internazionale dell'Europa, la quale cerca, in nome di un grande interesse umano, di rimuovere da sé le cause dei pe– ricoli e dei conflitti... Abbiamo preferito di considerare la situazione politica nostra e la situazione politica dell'Europa - perché nessuna grande questione intemazionale può considerarsi oggi separatamente - ed abbiamo creduto di fare un'opera di ragione e di saviezza politica preferendo la via di una conciliazione onorevole... Da quest'accordo l'Italia e la Francia potranno prendere le mosse per altri accordi di comune vantaggio, diretti a cercare, nella pacificazione economica, il pegno delle buone 1·elazioni politiche, che non hanno nulla di incompatibile con la nostra situazione internazionale e che sono con– formi agli interessi delle due nazioni. 51 E la Nuova Antologia, 1° ott. 1896, p. 553, commentava: Una volta rotto il ghiaccio con un atto di vera e bene intesa cordialità, possiamo legittimamente sperare di vedere a poco a poco ristabilita l'antica concordia e rintrac- 49 CHIALA, La Triplice e la Duplice, p. 626. 50 CAMERA DEI DEPUTATI, Discussioni, XIX Legislatura, la sessione, p. 6867. 51 CAMERA DEI DEPUTATI, Discussioni, XIX Legislatura, la sessione, p. 8382. Cfr. BILLOT, La France et l'Italie, II, pp. 357 sgg. 34 BibliotecaGino Bianco

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