Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte quinta . La Massoneria, che aveva le sue maggiori ramificazioni proprio nei gruppi democratici, contribu1 assai a quest'opera di confusione e di perver– timento. I suoi gradi superiori erano largamente penetrati da persone pro– venienti dai territori "irredenti" e accecate dai fantasmi locali. Le logge massoniche diventarono ovunque centri di propaganda nazionalista sotto maschera democratica. I "fratelli" dei gradi inferiori misero nell' accet– tare e diffondere le idee nazionaliste lo stesso zelo e la stessa ignoranza che avrebbero spiegato se avessero .ricevuto dalle "alte cariche" istruzioni in senso contrario. Gli irredentisti si divisero fra i diversi gruppi interventisti secondo le proprie predisposizioni intellettuali e morali. I piu si confusero fra i na– zionalisti. Fra quelli che rimasero fedeli con Bissolati alle tradizioni mazzi– niane e garibaldine, il piu noto e il piu nobile per altezza di ingegno e ge– nerosità di carattere, fu Cesare Battisti, deputato del Trentino al Parlamento di Vienna, rifugiatosi in Italia allo scoppio della guerra, destinato a morire impiccato dagli austriaci nel 1916. Da questo esame delle correnti politiche italiane nell'autunno del 1914 risulta che non esisteva nessuna omogeneità, né di programmi poli– tici. né di temperamenti morali, né fra i diversi gruppi che domandavano l'intervento dell'Italia nella guerra europea, né fra quelli che domandavano la neutralità. Di fronte a_llacrisi, tutti i partiti politici italiani si divisero. La maggioranza dei conservatori, dei cattolici e dei socialisti, ed una forte minoranza di democratici e anche alcuni nazionalisti; presero posizione per la neutralità. La campagna per l'intervento fu fatta dalla maggioranza dei nazionalisti, dalla maggioranza dei democratici e da quelle minoranze che si staccarono dai partiti e gruppi che favorivano la neutralità. Né neutrali– sti né interventisti si presentavano come gruppi omogenei. Ognuno dei due. gruppi era una specie di calderone in cui bollivano uomini e gruppi di origini e opinioni diversissime. In queste condizioni era naturale che. la massa della popolazione italiana non riuscisse mai a capire perché c'era in Italia della gente che volesse la guerra e altra gente che voleva rimanere neutrale. Il popolo italiano non poté mai orientarsi fra gli interventisti na– zionalisti e gli interventisti democratici; fra gli interventisti democratici che agivano da nazionalisti, quelli che seguivano Bissolati; fra conservatori che volevano la neutralità perché rimanevano fedeli alla Germania, catto– lici che la volevano perché rimanevano fedeli all'Austria e socialisti a cui non importava nulla né della Germania né dell'Austria; e fra socialisti che predicavano la neutralità· pacifista e socialisti che predicavano la neu– trali_tà leninista. Il meglio che il popolo italiano potesse fare in tanta tor– re di Babele era di conchiudere che non c'era per voler la guerra nessuna ragione plausibile e che l'interventismo era non piu che un capriccio perver– so di politicanti. I grµppi interventisti riuscirono a trascinare con sé solamente una parte esigua della popolazione. La · neutralità assoluta dei socialisti e dei 514 BibliotecaGino Bianco

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