Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte quinta sedere numerose basi navali non serve a niente, perché la guerra la fanno le na:vi e i sottomarini che si muovono e non le basi navali che stan– no ferme. La esperienza della guerra che si combatté nell'Adriatico dal maggio 1915 all'ottobre 1918, dimostrò che le magnifiche basi navali della Dalmazia, occupate dalla flotta austriaca, non permisero agli austriaci di compiere nessuna importante azione navale contro le flotte dell'Intesa, che pur non possedevano basi navali nell'Adriatico. Quell'esperienza anche di– mostrò che i sottomarini non hanno bisogno di appoggiarsi a potenti basi navali neanche nel mare in cui debbono operare. In un mare ristretto come l'Adriatico quando si fosse conquistata la base navale di Vallona all'in– gresso del mare, l'Italia avrebbe avuto il necessario per appoggiarvi la sua flotta. Anche dopo l'annessione della Dalmazia all'Italia, la magnifica base navale di Cattaro sarebbe rimasta sulla costa orientale dell'Adriatico, fuori del controllo italiano. Essa da sé sola, basterebbe ad ospitare la piu gran– de flotta del mondo. Anche Cattaro avrebbe potuto essere aggiunta ai de– siderata dei nazionalisti italiani. Ma allora l'Italia avrebbe dovuto difendere anche quella posizione contro gli assalti del retroterra. La frontiera da pro– teggere su un terreno difficilissimo da Sebenico a Cattaro -si sarebbe este– sa per piu che 200 miglia (circa 350 km). Per mantenere le comunicazioni fra l'Italia e l'esercito dalmatico, stretto fra le montagne e il mare lungo 500 chilometri al di là dell'Adriatico, sarebbe stato necessario tenere im– pegnata nell'Adriatico una numerosa flotta oneraria, e questa flotta avrebbe dovuto essere protetta da una non meno numerosa flotta militare. Tutte queste forze sarebbero state sottratte alle operazioni necessarie nel Mar Tir– reno e nel Mar Ionio - operazioni assai piu necessarie per la vita economica e per la difesa dell'Italia. Precisamente dal punto di vista strategico, la conquista della Dalmazia sarebbe stato uno sproposito grossolano. · Gl'italiani, a dire il vero, si interessavano poco di conquiste strategi– che. I nazionalisti lo sapevano, perciò aggiungevano alle ragioni strate– giche le ragioni storiche e nazionali. La Dalmazia aveva fatto parte del– l'Impero romano. La Dalmazia aveva appartenuto a Venezia. La Dalmazia fino a pochi decenni prima era stata abitata da italiani. Se vi erano in Dal– mazia degli slavi, essi vi erano stati importati artificialmente dal governo austriaco. La popolazione dalmata nella sua enqrme maggioranza doman– dava di essere conquistata dall'Italia o avrebbe accettato senza ripugnanza l'annessione essendo gli slavi privi di sentimento nazionale.· Le infor– mazioni sulla situazione nazionale del paese erano false. Quelle sull'appar– tenenza antica della Dalmazia sia all'Impero romano sia a Venezia erano vere. Anche Parigi, anche Londra, anche Costantinopoli avevano una voi~ ta appartenuto all'Impero romano. Ma i "diritti storici" sono stati sempre un ingrediente assai efficace in tutte le droghe nazionaliste di quei paesi che hanno una lunga storia e l'Italia, per sua gloria e sua sventura, ha una lunghissima storia. 508 BibliotecaGino Bianco

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