Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La diplomazia italiana nella guerra mondiale d ezzo settembre si dettero a domandare non solo il Trentino, le città dt ~rizia e di Trieste col ~or? r~tr~terra e l'Istria, m~ a~che l'Alto Adi~e (o Tirolo meridionale), la c1tta d1 Fmme col suo terntono, e la Dalmazia col suo arcipelago. Il Tirolo meridionale o Alto Adige, fra il Brennero e il Trentino, era opolato cl~ tedeschi. La città di Fiume era abitata da una maggioranza Italiana e una minoranza slava, ma era circondata da un territorio rurale completamente slavo. La Dalmazia e il suo arcipelago erano popolati da mezzo milione di slavi. Vi era una maggioranza italiana solamente nella città di Zara, e non piu che una ventina di migliaia di altri italiani era– no sommersi in quel mezzo milione di slavi. L'idea che "Trento e Trieste" dovessero prima o poi essere aggrega– te all'Italia era stata sempre alla base dell'irredentismo italiano. Mazzini aveva affermato che lo spartiacque alpino era il "confine naturale" della penisola italiana verso l'Europa centrale; l'Alto Adige si trovava al di qua del Brennero, cioè del "confine naturale." Ma prima dell'autunno 1914 ben pochi avevano pensato che per "Trento," si dovesse intendere non solo il Trentino italiano ma anche l'Alto Adige tedesco. L'annessione del solo Trentino all'Italia sarebbe stato considerato come un supremo ideale da 99 su quei 100 italiani che si interessavano di siffatti problemi. Chi avesse detto in Italia che occorreva rivendicare contro i tedeschi non solamente "Trento,"' ma anche Bolzano (Botzen) e Bressanone (Brixen), sarebbe stato ritenuto degno del manicomio. Per "Trieste" s'intendeva la cosf detta "Venezia Giulia," cioè le con– tee di Gorizia e di Gradisca e la· città di Trieste col loro hinterland, e l'I– stria. Nessuno aveva un'idea bene definita sul confine orientale di quella regione. In generale si riteneva che l'Istria cessasse al Monte Maggiore, ad ovest di Fiume. Ma il problema di quei confini era inattuale e sarebbe stato da bambini discuterne quando la Venezia Giulia sembrava destinata a ri– manere chi sa per quanto tempo incorporata con l'Austria. Ad ogni modo nessuno si era mai sognato di pensare che per "Trieste" si intendesse anche la Dalmazia. Quanto alla città di Fiume, essa, nell'Impero austro-ungarico, possedeva una costituzione autonoma analoga a quella di Amburgo, Bre– ma e Lubecca nell'Impero germanico. Gli italiani di Fiume resistevano ener– gicamente contro i tentativi che facevano i magiari per violare quella co– stituzione, ma sembravano soddisfatti di quel loro regime tradizionale e non a:7evano,mai dato prove segnalate di desiderare per la loro città l'annes- s10ne all Italia. · Per spiegare il programma territoriale dei nazionalisti italiani nell'au– tunno del 1914, è necessario anzitutto tenere conto del fatto che le scon– fitte austriache sulle frontiere della Russia e della Serbia, e l'insuccesso tedesco nella battaglia della Marna crearono in Italia la impressione che la. vittoria non era poi cos1 sicura come si era sempre creduto per Gu– glielmo II e il suo "brillante padrino," e che l'intervento dell'Italia nella 505 BibliotecaGino Bianco

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