Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Capitolo settimo I nazionalisti e D'Annunzio All'annunzio dell'ultimatum austriaco alla Serbia, nel luglio del 1914, vi fu in Italia un partito che si dichiarò per l'intervento immediato nella guerra a fianco degli Imperi centrali: il Partito Nazionalista. Questo parti– to era stato creato nel 1910 da un gruppo di intellettuali che tutti in seguito dovevano diventare personaggi importanti nel regime fascista: En– rico Corradini, Luigi Federzoni, Alfredo Rocco, Roberto Forges Davanza– ti, Francesco Coppola, Maurizio Maraviglia. La dottrina del fascismo ita– liano - in quanto esiste una dottrina der fascismo italiano coerente e stabile - è né piu né meno che la dottrina dei nazionalisti italiani del– l'anteguerra. I nazionalisti italiani presero a prestito dal "nazionalismo in– tegrale" di Charles Maurras la dottrina della monarchia antidemocratica e antiparlamentare, e dal "prussianesimo,'' quale lo intendeva Heinrich von Treitschke, la dottrina che svaluta i diritti individuali subordinan– doli alle esigenze dello "Stato" e invoca la "tutela paterna" dello "Stato" su tutte le attività sociali. Per allacciare quelle dottrine di marca esotica a una tradizione indigena, i nazionalisti italiani si crearono un precursore in Francesco Crispi, cioè in quel Primo Ministro ch'e tentando di sotto– mettere al controllo italiano l'Abissinia, procurò all'esercito italiano il di– sastro della battaglia di Adua (1896). Un altro sforzo di adattamento del– le dottrine franco-pr'ussiane alle condizioni specifiche dell'Italia, consiste nelle scoperte che le nazioni si dividono in due categorie: "nazioni ca– pitaliste" e "nazioni proletarie." Tra le une e le altre esiste una lotta eter– na analoga alla lotta di classe che divide capitalisti e proletari nelle socie– tà industriali. Le nazioni povere e prolifiche, cioè proletarie, fra cui l'I~ talia, debbono vietare la lotta di classe nell'interno dei loro confini, di– sciplinare con mano ferrea sotto ii controllo dello "Stato" tutte le classi e consacrare il massimo possibile delle loro risorse agli armamenti per po– tere un giorno assalire qualcuna delle nazioni capitaliste infiacchite nell'o– pulenz~ e depredarla delle colonie, delle miniere, dei pozzi di petrolio, delle riserve auree e di ogni altro ben di Dio. Il movimento nazionalista fu sem– pre sostenuto finanziariamente dai fabbricanti d'armi e da quegli altri in- ' 502 BibliotecaGino Bianco

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