Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte quinta inconcussa nella prossima rivoluzione sociale. Mussolini era nell'agosto e nel settembre 1914 il leader dei socialisti rivoluzionari italiani e dirigeva il quotidiano ufficiale del partito, Avanti! Nel numero dell'8 settembre egli pubblicò a proposito del Belgio un articolo che è caratteristico della sua mentalità in quel momento: Ci si domanda di piangere sul Belgio martire. Questa è una commedia inscenata dal– la Francia e dal Belgio. Queste due comari equivoche vorrebbero sfruttare la credulità u_niversale.Per noi il Belgio è una potenza belligerante che non differisce in niente dalle altre, e non vediamo perché noi dovremmo adottare nei suoi riguardi pesi e misure par– ticolari. Tutte le potenze belligeranti sono colpevoli allo stesso modo. Il nostro diritto e il nostro dovere è di sollevare le classi lavoratrici contro gli avvenimenti odierni. I socialisti italiani manifestavano apertamente la loro avversione per gli Imperi centrali, ma rifiutavano di lasciarsi trascinare nel campo della Intesa anti-germanica. La patria di Machiavelli ha dato durante la guer– ra il solo partito socialista che nei paesi belligeranti sia rimasto leale alle dottrine internazionaliste, affrontando insulti e calunnie di ogni genere, mentre in tutti gli altri paesi i partiti socialisti formarono "unions sacrées" coi partiti "borghesi." I socialisti ammettevano che il problema degli italiani incorporati nel– l'Impero austro-ungarico dovesse essere risoluto. Ma negavano che la guerra potesse risolvere alcun problema di giustizia nazionale, o alcun problema per l'Italia o per alcun altro paese. L'imperialismo dei vincitori avrebbe sempre e dovunque violato i diritti nazionali dei vinti. Solamente l'inter– nazionale proletaria poteva risolvere tutti i problemi territoriali, sopprimendo le frontiere politiche e garantendo eguaglianza giuridica e autonomia am– ministrativa a tutti i gruppi nazionali. Il metodo di ragionare dei socialisti era semplicissimo: la guerra era effetto del regime capitalista; il regime so– cialista sarebbe stato il contrario del regime capitalista; dunque non ·ci sarebbe stata guerra nel regime socialista. Essi non riescivano a capire che un regime ecoµomico e sociale può essere opposto a un altro eppure può presentare molti inconvenienti del regime opposto e forse anche maggio– ri. Nessuno può dimostrare che i proletari, o meglio i loro leaders, dopo aver conquistati i governi dei loro paesi, si dimostreranno piu lungimi– ranti e meno immorali dei governanti "borghesi." Stalin - l'opposto di Hitler - non era destinato a dar lezioni di moralità internazionale; e Trot– ski - l'opposto di Stalin - sarebbe probabilmente peggiore di Stalin. Un'altra forma di neutralità era quella dei cattolici italiani. L'Impe– ro austro-ungarico era in Europa la sola Grande Potenza, la cui dinastia fosse fedele alla Chiesa cattolica é in cui ·il clero cattolico godesse di una situazione privilegiata. La vittoria dell'Intesa anti-germanica avreb– be condotto al distacco ,dall'Impero austro-ungarico di vasti territori abi– tati da popolazioni cattoliche, e quei territori sarebbero passati alla Russia, alla Serbia e alla Romania, cioè a paesi. in cui la religione greco-ortodos- 500 / BibliotecaGino Bianco

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