Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La diplomazia italiana nella guerra mondiale ·che all'epoca dell~ firma. della pac~ f~ssero_stati occupati dalle truppe ita– liane," piu "il nconosc1mento all Italia d1 una situazione predominante nell'Adriatico." II giorno dopo, 15 agosto, San Giuliano smenti: con l'ambasciatore russo Krupenski che Carlotti avesse avuto incarico di negoziare un tratta– to. Egli doveva solo ascoltare le offerte di Sazonoff: Noi non abbiamo ragione in questo momento di cambiare il nostro atteggiamento di neutralità; ma se abbandonassimo questa via, bisognerebbe che tale nostra decisione fosse preceduta dalla stipulazione di pr:cisi ac~ordi militari e politici colla. :riplice Intesa. Questi accordi dovrebbero essere trat~a~1esclus~vamente a Lond.ra .e, nel P.lll gr~n. segreto. Inoltre una decisione di tanta gravita non s1 prende senza 1 pm gravi mot1v1. In un paese ~ome il nostro, bisogna anche che essa sia presa d'acco~do con la .opinione pubblica e coi capi dei diversi partiti, che non abbiamo ancora avuto il tempo d1 consultare. In ogni caso, l'Italia porrebbe come prima condizione che le flotte italiana, francese ed inglese dovrebbero collaborare come se fossero una flotta sola, e nessuna delle parti dovrebbe poter fare una pace separata. Il 16 agosto telegrafò a Carlotti di essere disposto ad accordarsi' con l'In– tesa su queste basi, purché le trattative avvenissero a Londra, dove era possibile conservare il piu assoluto segreto, ed esclusivamente tnr Sir Ed– ward Grey e l'ambasciatore italiano Imperiali. Viceversa, tre giorni dopo, il 20 agosto, telegrafò a Vienna "l'assi– curazione che egli avrebbe continuato con insistenza a fare sforzi perché la crisi attuale conducesse a un miglioramento dei rapporti fra l'Austria– Ungheria e l'Italia, o almeno perché questi rapporti non subissero· guasti ulteriori." Conversando con Macchio nello stesso giorno, ammise franca– mente "le tentazioni e le offerte della Triplice Intesa," ma aggiunse che "sarebbero rimaste infruttuose." Il 23 agosto, in una intervista col Corriere della Sera, Delcassé offrf pubblicamente all'Italia il Trentino, Trieste e Vallona. Egli era uno dei piu autorevoli uomini di Stato francese, e il 26 agosto diventò titolare del Ministero degli esteri. Stimolati da questa offerta di Delcassé, il 26 agosto gli ambasciatori di Ge rmania e dell'Austria andarono a dichiarare a San Giuliano che i loro governi "accettavano senza riserve la interpretazione italiana dell'articolo VII, non solamente per la durata della crisi attuale, ma anche per· tutta la durata della alleanza; in caso di occupazione, non solo permanente, ma a~che temporanea di un territorio balcanic<?,i due Gabinetti erano dispo– st1 a conversare con l'Italia sulla questione dei compensi che dovrebbero 1 d.,, ' esser e accor ati. Dunque non solo le occupazioni "permanenti" ma an- che le oc · · " " b . . . cu,?az1om temporanee avre bero creato nel governo italiano il diritto a conversare" sui compensi. Ma "conversare" è una cosa "ac- cordars·" ' ' I Ad · ' 1 e un a tra. ogni modo era un nuovo passo che San Giuliano faceva a spese dell'intransigenza austriaca. Finanche Conrad von Hotzen– dorf fu preso da uno slancio di tenerezza, e fece smentire recisamente dal- 491 Biblioteca Gino Bianco

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