Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte quinta l'addetto militare austriaco a Roma che l'Austria meditasse un'aggressione a1 danni dell'Italia· per punirla di non aver partecipato alla guerra. San Giuliano ":non dissimulò l'impressione gradita," che gli faceva la dichiarazione austro-ungarica. Essa veniva proprio in un momento, in cui la situazione militare sembrava precipitare a vantaggio degli Imperi cen– trali. I franco-inglesi, battuti a Charleroi (22-23 agosto), si ritiravano verso Parigi. I russi, battuti dagli austriaci in Galizia a Krasnik (23-25 agosto), si ritiravano su Dublino e su Cholm. I tedeschi iniziavano contro i russi l'offensiva dei Laghi Masuriani. Solamente sul fronte serbo, gli austriaci battuti a Losnitza, dovevano ritirarsi al di qua della Drina e della Sava; ma questo insuccesso locale era come affogato nell'insieme delle fortu– ne generali. Il 27 agosto, San Giuliano ripeté a Barrère che il governo italiano per– sisteva nella neutralità; e Macchio riportò da un colloquio con Salandra la impressione che questi "era perfettamente d'accordo con San Giuliano sul– la intenzione di non lasciarsi tirar fuor dalla neutralità." Krupenski credé di vedere dei sintomi i quali facevano temere che l'Italia non intendesse rima– nere neutrale fino in fondo: Le allusioni di San Giuliano circa la situazione generale politico-militare rafforzano i miei timori. Ancora oggi il ministro mi diceva che le sconfitte delle truppe francesi non restavano senza influenza nelle potenze neutrali e sulla pubblica opinione dell'Italia, in cu1 la maggior parte dei cittadini propendeva per la neutralità. A Berlino la tattica austriaca di non chiedere all'Italia l'intervento, ma. lasciarla infilzarsi sulla neutralità, trionfava dal momento che la vit– toria sulla Francia era assicurata oramai, anche senza l'aiuto dell'Italia. Bastava che questa non si movesse prima che la partita fosse chiusa: ed era affare di un altro paio di settimane. L'ambasciatore Bollati, il 30 ago– sto, annunziò che là tutti ormai riconoscevano il diritto dell'Italia a mantenere la neutralità. Rimanendo neutrale l'Italia non aveva nulla da temere dai suoi alleati, anzi offriva loro alcuni vantaggi. L'Italia, es– sendo la sola grande Potenza fuori del conflitto, avrebbe potuto a un dato momento pren– dere l'iniziativa di un'azione per la conclusione della pace. E questa iniziativa le avrebbe dàto ·una funzione preponderante, e la possibilità di far valere le sue aspirazioni. A Berlino, però, non spiegavano che Berchtold ripeteva sempre che quelle aspirazioni l'Italia dovevà farle valere, non a spese dell'Austria, " ·1 .,, ma a spese a trm. Sul principio di settembre San Giuliano nuotava in pieno triplici– smo. Il 4 settembre telegrafò a Bollati, incaricandolo di tastare il terreno per vedere se il governo italiano potesse occupare l'isoletta ·di Saseno, all'en– trata della baia di Vallona, col consenso dell'Austria, assumendo l'obbligo di evàèuarla alla fine della guerra. Sarebbe questo un mezzo per deviare i sentimenti antiaustriaci, che si accentuavano nel paese, dando una sod- 492 BibliotecaGino Bianco

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