Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte quinta giorni dopo, 1'11 agosto, spiegava all'ambasciatore tedesco che "se l'Italia dovesse pensare ad agire contro di noi, sarebbe assai importante avere· la flotta in piena efficienza." La proposta di Berchtold non fu mai presen– tata, a quel che sembra, a San Giuliano. Se fosse stata presentata, avreb– be av·uto certamente poca fortuna. Dopo il colloquio con Merey del 3 agosto, San Giuliano perdé ogni speranza di compromesso con l'Austria sul Trentino. In conseguenza, il 4 agosto, l'ambasciatore italiano a Pietroburgo Carlotti, dichiarò a Sazonoff che viste le scarse probabilità di un accordo con Vienna e Berlino, il Ga– binetto di Roma era disposto ad entrare in uno "scambio di idee" coi governi della Triplice Intesa. Fino dal 1° agosto, il presidente della Repub– blica francese, Poincaré, aveva espresso la opinione che occorresse "at– trarre l'Italia" offrendole Vallona e mano libera in Albania. Sazonoff non aveva nessuna obiezione contro l'annessione all'Italia non solo di Vallo– na ma anche del Trentino, e domandò su questo punto l'opinione del go– verno francese prima di intraprendere i "negoziati confidenziali." Il 5 agosto l'ambasciatore russo a Parigi, Iswolski, comunicò a Pie– troburgo che il governo francese "avrebbe accettato volentieri che nella sistemazione territoriale futura, l'Italia ottenesse il Trentino e Vallona," qualora avesse portato il suo concorso alla Triplice Intesa. Paléologue, am– basciatore francese a Pietroburgo, parlò anche lui, il 6 agosto, a Carlot– ti "della situazione favorevole in cui si trovava l'Italia e di cui essa avreb– be dovuto approfittare per raggiungere gli scopi, che perseguiva da gran tempo, per esempio nell'Adriatico." Sir Edward Grey pensava che al Trenti– no e a Vallona "bisognava assolutamente aggiungere Trieste come il punto piu importante per l'Italia, e quello che piu d'ogni altro -avrebbe soddisfat– to l'opinione pubblica italiana." L'idea di sir Edward Grey fu accolta a Parigi e. Pietroburgo, e il 7 agosto Sazonoff istruf l'ambasciatore russo a Roma di mettersi d'accordo coi suoi colleghi di Francia e d'Inghilterra per iniziare i negoziati perché l'Italia entrasse in guerra." al piu presto." Qualcosa dové trasparire di queste conversazioni alle numerose spie che il governo tedes~o manteneva a Pietroburgo. Oppure a Berlino, an– che senza informazioni concrete cominciarono a inquietarsi per quello che poteva avvenire. Perciò 1'8 agosto Guglielmo II pensò che il governo di Vienna doveva mostrarsi meno intransigente nella questione del Trentino. Se i ladruncoli, scellerati, mascalzoni dovevano essere trascinati nella guer– ra a fianco degl'Imperi centrali, occorreva fare il sacrifìzio del Trentino: in segui~ola Germania avrebbe _aiutato l'Austria a recuperare quel che avreb– be ceduto. Il 9 agosto Moltke scrisse a Conrad: Date le - condizioni attuali, mi sembra che l'Austria non possa sostenere una lotta ançhe çon l'Italia. Quel che oggi importa, è condurre a quon termine la guerra con la Russia, rinviando il' resto a un tempo ulteriore. Qui fanno l'impossibile per stringere l'Italia, ma servirà poco: la bestia vuol divoràre e non si lascerà piegare da noi. 488 Biblioteca Gino Bianco

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