Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte quinta cienza della Triplice Intesa. Nella crisi del 1908-9 le iniziative dei Gabinetti di Londra, Parigi e Pietroburgo si erano dimostrate scombinate e sconclu– sionate. San Giuliano era convinto che i contrasti interni si sarebbero sem– pre piu accentuati nella Triplice Intesa. In Inghilterra il partito liberale, che teneva il governo, era profondamente imbevuto di idee pacifiche. San Giu– liano riteneva che l'Inghilterra non sarebbe intervenuta in una guerra eu– ropea a fianco della Francia e della Russia. Della Russia non aveva un'alta opinione dopo i disastri della guerra col Giappone. Parlandone con gli amici, la chiamava, non una Grande Potenza, ma una Grande Impotenza. Data la mentalità dell'Inghilterra, e data l'impotenza della Russia la Francia non poteva che essere battuta dalla Germania in una guerra europea. E date que– ste premesse, San Giuliano era portato ad abbandonare la politica di equili– brio tra la Triplice Alleanza e la Triplice Intesa, e a stringersi sempre piu sal– damente agli imperi centrali nella Triplice Alleanza. Per altro la nuova Triplice Alleanza, nel pensiero di San Giuliano, non doveva· essere una semplice continuazione della Triplice tradizionale. Nelle rivoluzioni territoriali che si delineavano per il caso di guerra europea, il go– verno tedesco avrebbe fatto grandi conquiste a spese della Francia e della Russia nel continente europeo e nelle colonie, e il governo austriaco avrebbe conquistato il controllo della penisola balcanica. Il governo italiano doveva partecipare al bottino, in compenso dell'aiuto che avrebbe dato alla politica anti-francese e anti-russa degli imperi centrali. La Triplice Alleanza era stata fino· a quel momento una semplice garanzia dello statu quo europeo. Se il governo tedesco si era creato un vasto impero coloniale, dal 1884 in poi, que– sto era avvenuto all'infuori della sua alleanza coll'Italia. Se il governo au– striaco aveva potuto annettersi nel 1908 la Bosnia-Erzegovina, anche questo era avvenuto senza alcun aiuto positivo da parte dell'Italia. Se il governo ita– liano si era costituito un modesto dominio coloniale nell'Africa centrale, an– che questo era avvenuto all'infuori della Triplice Alleanza. Nella stessa qu~– stione della Libia, i governi di Berlino e di Vienna avevano lasciato mano li– bera a quello di Roma, ma non avevano avuto alcun obbligo di appoggiarla positivamente. Nella crisi del Marocco e in quella della Bosnia si era rivelata, nella Triplice germano-austro-italiana, l'esistenza di una duplice austro-germanica, la quale non era piu una semplice società di assicurazione, ma era una società per acquisti. Per l'Italia, invece, la Triplice continuava ad essere non piu che una società di assicurazione. Bisognava che anche per l'Italia la Triplice diventasse una società per acquisti. Gli acquisti dell'Italia potevano avveni– re in diverse direzioni: in Europa a spese della Francia verso i confini occi– dentali dell'Italia o a spese dell'Austria verso i confini orientali e in Alba– nia; nel Mediterraneo orientale a spese della Turchia e della Grecia; nell' Afri– ca settentrionale a spese della Francia; nell'Africa orientale a spese dell'Abis– sinia. San Giuliano non aveva preferenze speciali. Si riservava la scelta se- condo le circostanze. 462 BibliotecaGino Bianco

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