Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte quinta Se si tiene presente il carattere strettamente difensivo dell'alleanza, s1 comprendono gli impegni che nel 1902 il governo italiano assunse coi go– verni di Londra e di Parigi, ottenendo in cambio la "mano libera" per una eventuale conquista della Libia. L'll marzo 1902 esso si obbligò col governo inglese a non entrare con altre Potenze in accordi che potessero pregiudicare gli interessi britannici nel Mediterraneo; e il 10 luglio 1902 si obbligò col governo francese a non consentire nessuna alterazione nel carattere stretta– mente difensivo della Triplice Alleanza e quindi a non partecipare a una guerra in cui la Francia fosse stata aggredita. Il testo di questi accordi come quello della Triplice Alleanza erano segreti, ma la loro esistenza e il loro contenuto non erano un segreto per nessuno. Essi erano cosi poco in con– traddizione col carattere strettamente difensivo della Triplice Alleanza, che i governi degli imperi centrali, conoscendone l'esistenza e il contenuto, con– tinuarono a considerare l'alleanza come valida e la prorogarono nel 1904 fino al 1914. Nel 1914, quando scoppiò la guerra mondiale, la Libia era fino dal 1912 diventata di diritto possedimento italiano. Perciò gli accordi del 1902 si erano vuotati per il governo italiano di ogni utilità. Ma il governo ita– liano non li aveva mai esplicitamente denunciati. Rimaneva sempre valido il suo obbligo di rimanere neutrale in una guerra, di cui la Germania aves-· se preso l'iniziativa contro la Francia senza essere provocata. Nel trattato della Triplice Alleanza figurava anche un articolo VII, che risaliva al 1887. Quest'articolo, nella prima parte, obbligava i governi di Vienna e di Roma a tenersi informati reciprocamente sulle proprie disposi– zioni e su quelle delle altre Potenze a proposito delle questioni balcani– che. Nella seconda parte di esso obbligava i governi di Vienna e di Roma a usare la loro influenza per evitare nella penisola balcanica qualunque mo– dificazione territoriale che potesse portare pregiudizio a l'una o l'altra delle due Potenze; ma qualora il mantenimento dello statu quo divenisse impos– sibile, nessuno dei due Gabinetti procederebbe a qualsiasi "occupazione tem– poranea o permanente" senza un precedente accordo basato sul principio di una compensazione reciproca; la compensazione avrebbe dovuto avere luogo per qualsiasi vantaggio, territoriale o di altro genere, che una delle due Po– tenze avesse ottenuto al di là dello statu quo. Questo articolo rappresentava per i diplomatici italiani una delle ragioni essenziali della loro alleanza con la Germania e l'Austria. Con l'aiuto di questo articolo essi speravano, m caso di crisi negli affari balcanici, di otten.ere dal governo austriaco una rettifica della frontiera austro-italiana. , Durante il Risorgimento, i patrioti italiani si erano divisi in due scuole: i moderati e i democratici. I moderati speravano di arrivare ad un compromesso col governo di Vienna sul piano delineato da Cesare Balbo nei 1843 nel suo libro Le speranze d'Italia. La Casa di Savoia - diceva Balbo - dovrebbe consentire agli Absburgo di estendere i loro domini verso il Mare Egeo e il Mar Nero, e in cambio 456 BibliotecaGino Bianco

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