Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Capùolo primo La Triplice Alleanza La Triplice Alleanza fu sempre un sistema strettamente difensivo, costrui– to in vista di eventualità ben definite, all'infuori delle quali il casus foederis non poteva essere invocato. Non fu mai un patto di solidarietà incondizio– nata per qualunque guerra, difensiva od offensiva che fosse. Obbligava l'I– talia a marciare a fianco delle potenze centrali in non piu che due casi, en– trambi di guerra difensiva: 1) se la Francia aggrediva la Germania, 2) se la Francia e la Russia associate aggredivano la Germania o l'Austria. In caso di guerra promossa dalle potenze centrali, per assicurare la propria integrità minacciata, l'Italia èra tenuta ad una benevola neutralità, salvo che avesse preferito intervenire a fianco dell'alleato belligerante. Tutte le altre guerre - per esempio una guerra per conquiste coloniali - rima– nevano al di fuori del trattato di alleanza. Per queste guerre non funzionava né l'obbligo di intervento attivo, né quello di benevola neutralità. Senza dubbio l'articolo I del trattato, risalente al 1882, faceva obbligo a ciascuno dei tre governi alleati di tenere un atteggiamento amichevole verso gli altri due, di non aderire ad accordi con potenze estranee all'alleanza che potessero danneggiare gli interessi degli alleati, di tenere informati questi delle proprie intenzioni e iniziative nelle questioni di interesse generale e di dare loro il proprio appoggio diplomatico nelle loro difficoltà. Ma questa ultima obbligazione era limitata dalla clausola che ciascun alleato doveva ap– poggiare gli altri "nei limiti dei propri interessi," cioè solamente se vi fosse stata positiva coincidenza di interessi o almeno gli interessi dell'uno non si fossero trovati in contrasto con quelli dell'altro. In conseguenza, ogni volta che il governo italiano si trovò in discordia col governo francese nelle questio– ni della Tunisia o dell'Etiopia - materie estranee al trattato di alleanza - e domandò l'appoggio dei governi alleati contro la Francia, la sua domanda fu rifiutata. Il rifiuto fu motivato dal fatto che in quelle questioni la Germa– nia e l'Austria non avevano alcun interesse che coincidesse con quello dell'I– talia, anzi appoggiando l'Italia avrebbero danneggiato l'interesse che esse avevano di rimanere in buoni rapporti colla Francia. 455 BibliotecaGino Bianco

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