Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 eccitò il governo italiano ad intervenire attivamente nell'Albania meridio– nale per rimediare in qualche modo alla miseria e alla fame che tormentava– no la popolazione musulmana e che potevano far nascere un massacro di cristiani. Salandra non disse di no, avrebbe mandato a Vallona una spedizione sanitaria e di soccorso ai rifugiati. E spiegò a Vienna che non si trattava di una spedizione militare, e che restavano sempre intatti i precedenti accordi - austro-italiani. Munito di tutti i sacramenti da una parte e dall'altra, fece sbarcare a Vallona negli ultimi giorni di ottobre una "spedizione sanitaria"; fece oc– cupare l'isoletta di Saseno da un piccolo distaccamento di marinai, come "mi– sura destinata ad assicurare la neutralità dell'Albania"; dichiarò che nulla di simile era progettato per Vallona. Mentre questa spedizione veniva allestita, il governo russo cercò di forzar per altra via la mano al governo italiano. Il 23 ottobre l'ambasciatore Krupenski offrf in nome dello czar a Salandra di liberare tutti i prigionieri austriaci di nazionalità italiana purché il governo s'impegnasse a custodirli per tutto il tempo della guerra: con questa offerta la Russia riconosceva il diritto dell'Italia sulle terre austriache abitate da popolazione italiana. Sa– landra non accettò, pur apprezzando altamente le intenzioni dello czar: non poteva impegnarsi a custodir prigionieri; secondo il diritto italiano, qualun– que italiano e straniero, che non avesse commesso reati, era libero; si riser– vava di studiare ulteriormente la questione di diritto. È evidente che non voleva lasciarsi trascinare fuori del proprio terreno. 5. La denuncia dell'alleanza Sui primi di novembre, Salandra riformò il ministero affidando gli este– ri al barone Sidney Sonnino. Sonnino aveva avuto una parte importantissima, dopo il Congresso di Berlino, nel creare in Italia quelle correnti di opinione, che condussero nel 1882 alla conclusione della Triplice Alleanza. Di questo sistema diplomatico era stato sempre sostenitore convinto. Nel suo programma elettorale del feb– braio del 1909 aveva deplorato la politica estera seguita "durante gli ultimi otto anni," cioè la politica di equilibrio fra l'alleanza e le intese, inaugura– ta nel 1900. Nel luglio e nell'agosto del 1914 fu uno dei· pochissimi uomini politici italiani che protestassero contro la dichiarazione di neutralità, e do– mandassero l'intervento immediato dell'Italia a fianco degli imperi centrali. Ma aveva sempre sperato, e probabilmente sperava ancora nell'autunno del 1?14, che l'Italia ottenesse dagli imperi centrali "quel trattamento cordiale e riguardoso, al quale aveva diritto." Aveva, insomma, lo stesso orientamento n:ientale del marchese di San Giuliano. Ma aveva un carattere piu intero, piu risoluto, piu disposto ad affrontare qualche grave e pericolosa responsabilità. 425 BibliotecaGino Bianco '

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