Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza ogni sentimento, che non sia quello dell'esclusiva e illimitata devozione alla Patria nostra, del sacro egoismo per l'Italia." Era una dichiarazione franca di "politica realista." Sembrò una traduzione italiana del Deutschland uber alles. Il " sacro egoismo" fece grande scandalo in Italia, fra i democratici, e ali'estero, fra tutti; ed è già passato nei manuali di storia della guerra come documento del machiavellismo italiano. Era quello il tempo, in cui i gover– nanti dell'Intesa non parlavano che di giustizia per tutti, di libertà per tutti, di guerra per la pace. La esperienza ha dimostrato, poi, che mentivano tutti: le paci, che sono succedute alla vittoria, sono state il piu spietato documento di "sacro egoismo" che abbia mai visto la storia; e questo, che Machiavelli avrebbe chiamato "uno bellissimo inganno," non fu che in minima parte l'o– pera dei governanti italiani: fu l'opera dei governanti francesi e inglesi. Sa– landra non partecipò alla menzogna dell'Intesa. Mise subito i piedi nel piat– to. Un "realista" italiano, nove volte su dieci, è un blagueur del "realismo," è un sentimentale dell'antisentimento. Anche in questo caso, il machiavelli– smo bisogna cercarlo fuori d'Italia piuttosto che in Italia. Machiavelli in– segna: A uno pnnc1pe non è necessario avere tutte le sopradette qualità (pietà, fedeltà, umanità, integrità, religione); ma è bene necessario parere di averle. Anzi ardisco di dire questo: che avendole ed osservandole sempre, sono dannose; e parendo di averle, sono utili. Debbe avere, dunque, uno principe gran cura che non li esca mai di bocca una co– sa, che non sia piena delle soprascritte cinque qualità, e parrà a vederlo e udirlo, tutto pietà, tutto fede, tutto integrità, tutto religione. Se Salandra avesse ben letto questa pagina, avrebbe evitato la pacchiane– ria del sacro egoismo, e non avrebbe perduto questa occasione cosi opportu– na per non parlare. Mentre prendeva posizione contro tutte le correnti internazionaliste, fos– sero neutraliste o interventiste, Salandra lasciava, nel discorso del 18 ottobre, sempre impregiudicata ogni futura opzione fra triplicisti, neutralisti e na– zionalisti interventisti. E anche nei rapporti diplomatici coi governi centrali e con quelli della Triplice Intesa conservò, per le due settimane che resse l'interim degli esteri, una equidistanza perfetta. Il 19 ottobre annunziò all'ambasciatore austriaco la intenzione di man– dare delle forze navali nelle acque albanesi per impedire su quelle coste qual– che sbarco che potesse violare la neutralità del paese, garantita dalle Grandi Potenze: l'impresa, se avesse_avuto luogo, sarebbe stata fatta col consenso di tutte le Potenze interessate, cioè imperi centrali e Triplice Intesa: e sarebbe restato sempre integro l'accordo italo-austriaco del 1897 per il reciproco di– sinteresse territoriale. A Berlino, Bollati spiegò questa crociera albanese co– me un mezzo per "deviare l'opinione pubblica dalle dimostrazioni antitri– pliciste." A Carlotti, Salandra telegrafò che "quest'azione dell'Italia non po– teva riuscire che gradita alla Triplice Intesa." Sir Edward Grey non solo acconsenti alla crociera, ma il 22 ottobre 424 BibliotecaGino Bianco

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