Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 momento prendere l'iniziativa di un'azione per !a conclusione della pace. E questa iniziativa le avrebbe ~ato_ u;'la funz1?ne preponderan~e, ~ la possibilità di far valere le sue aspiraz10m. A Berlm~, P:ro,_ n?n ~li spiega– vano che Berchtold ripeteva sempre che quelle aspiraz10m l ltaha doveva d ll 'A . " 1 . " farle valere, non a spese e ustna, ma a spese a trm. Sul principio di settembre, San Giuliano nuota in pieno triplicismo. Il 4 settembre telegrafa a Bollati, incaricandolo di tastare il terreno per vedere se il governo italiano potrebbe occupare l'isoletta di Saseno, all'entrata del porto di Vallona col consenso dell'Austria, assumendo l'obbligo di evacuar la alla fine della guerra: sarebbe questo un mezzo per deviare i sentimenti antiaustriaci che si accentuano nel paese, dando una soddisfazione all' opi– nione pubblica. Bollati si mette a lavorare con fervore a quest'idea: la occu– pazione dovrebbe essere annunziata come una misura deliberata dalla Triplice Alleanza: "le Potenze della Triplice Intesa vedrebbero allora, e probabil– mente senza piacere, che la Triplice Alleanza continua la sua opera m comune." Il governo tedesco aderisce. Il governo austriaco anche. 3. Verso la Triplice Intesa Ma a mezzo settembre la situazione militare si rovescia. I tedeschi sono fermati sulla Marna. Gli austriaci, sconfitti disastrosamente in Galizia e in Bucovina, si ritirano in disordine su Przemysl. Sazonof comincia ad alzar la voce nelle conversazioni con Carlotti: "La pretesa conferenza della pace non sarà che una ripartizione delle posizioni conquistate: nulla per nulla"; l'Italia farebbe un magro affare rimanendo neutrale. Carlotti pensa che sarebbe bene prender posizione senza piu aspettare (16 settembre). San Giuliano lascia cadere l'affare di Saseno: "Si trattava di un malin– teso." Fa smentire a Pietroburgo che voglia per il momento occupare Vallo– na: "Se nel futuro vi fosse indotto dalla necessità di tutelare gl'interessi italiani, non lo farebbe che dopo un accordo con tutte le Potenze" garanti della autonomia e della neutralità albanese: dunque, d'accordo non solo con gli imperi centrali, ma anche coi governi della Triplice Intesa. Vorrebbe sapere se è vero che in Germania prende piede l'idea di liquidare la partita a spese dell'Austria. Teme che l'Austria, ridotta agli estremi, faccia una pace separata, che "sarebbe del tutto contraria agli interessi dell'Italia." Fra il 15 e il 25 settembre, egli traccia un primo abbozzo di un pro– gramm~ d'i_nt~r,ventoa fianco dell'Intesa, e chiede su di esso il parere degli ambasciaton pm autorevoli. Per le Potenze dell'Intesa - egli osserva - l'av– ver~ar~o ~rincipal~ è la Germania; per l'Italia è l'Austria. La questione a?~iatica e_poco interessante per l'Intesa; è preminente per l'Italia. Prima di mtervemre nella guerra, l'Italia deve esser sicura che l'Intesa non le lascerà sulle braccia la .massima parte delle forze austriache, badando soprattutto per conto propno a battere la Germania. Inoltre, l'Italia non può interve- 417 BibliotecaGino Bianco

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