Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 - osservò San Giuliano in una nota del 2 agosto - ·accettava la interpreta– zione italiana dell'art. 7, a condizione che l'Italia prendesse parte alla guerra attuale: cioè si comportava come se il trattato della Triplice non esistesse,· e come se si discutessero le condizioni di un nuovo trattato. La realtà invece era che il trattato non obbligava l'Italia all'intervento, e· obbligava l'Austria ai compensi. Inoltre quella dichiarazione generica non bastava ad eliminare ogni incertezza, era necessario "un accordo chiaro e preciso sulla natura e sul valore dei compensi eventuali." La crisi attuale sarebbe anch'essa passata; la Triplice Ìnvece doveva durare dodici· anni ancora e magari sarebbe stata rinnovata: ~ccorreva un accordo chiaro, affinché nelle questioni balcaniche l'attività diplomatica dell'Austria e dell'Italia potesse svilupparsi "nel piu perfetto accordo e con la piu intera fiducia e cordialità reciproca." Tutto que– sto non aveva nulla da vedere con la guerra attuale, in cui l'Itàlia non aveva nessun obbligo di intervenire. Il Consiglio dei ministri aveva deliberato la neutralità; ma questa deliberazione non escludeva l'eventualità che l'Italia "prendesse piu tardi decisioni piu conformi ai desideri degli alleati." Sola– mente occorreva che l'Italia assicurasse i suoi interessi nell'equilibrio euro– peo, nella penisola balcanica, nel mare che la circonda. Occorreva che vi fosse proporzione fra i pericoli e i sacrifici della guerra e i vantaggi che se ne potevano aspettare. In coerenza con questa nota, nel pomeriggio del 2 agosto, il Consiglio dei ministri deliberò definitivamente la neutralità. 409 BibliotecaGino Bianco

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