Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza le altre parti contraenti. Quest'articolo faceva obbligo al governo italiano di intervenire a fianco della Germania e dell'Austria contro la Triplice Intesa? Noi entriamo qui nella formidabile discussione intorno alle cosf dette "responsabilità della guerra." E non è, certo, possibile trattare qui tutte le infinite questioni, che sono state sollevate da tutte le parti su questo. pro– blema. Mi limiterò ad esprimere la mia opinione. Essa è che tutti i governi d'Europa hanno avuto ·la loro parte di respon– sabilità nel creare quello stato d'animo, sospetto e minaccioso, che determinò il precipitare della crisi. L'Europa era, nel luglio del 1914, come un depo– sito di polveri; tutti i governi avevano contribuito ad accumulare le polveri. Chi accumula le polveri, sapendo che una scintilla può provocare un disa– stro, ha senza dubbio una larga parte di responsabilità nel disastro. Ma il disastro non avviene, finché non c'è nessuno che porti la scintilla nel deposito. La guerra si può sempre evitare, finché non è detta l'ultima parola fatale, finché non parte il primo colpo di fucile. Nell'estate del 1914, la parola fatale fu detta dai governanti di Vienna, d'accordo coi governanti di Berlino. Furono essi che entrarono nel deposito delle polveri con la miccia accesa, sperando che tutto si sarebbe ridotto a una piccola crisi locale fra l'Austria e la Serbia, ma deliberati ad affrontare anche una guerra generale, se l'" ultimatum" alla Serbia avesse avuto per effetto la guerr~ generale. Insomma, gli imperi centrali "non furono attaccati" nell'estate del 1914; ma si trovarono impegnati nella guerra europea, avendo essi, con l '" 1 . " 11 S b. " " l . . u t1matum a a er 1a, provocato a cns1. Se questa è la interpretazione corretta dei fatti, la conseguenza è evi– dente per quello che riguarda il governo italiano. Questo non era obbligato ad intervenire al fianco di chi si trovava impegnato in una guerra, in cui non era stato attaccato, e di cui era il provocatore. L'apprezzamento piu benigno, che si potesse fare sull'azione dei gover– nanti austriaci e tedeschi nell'estate del 1914, era che alla guerra da essi provocata si applicasse l'art. 6 della Triplice Alleanza. Esso diceva: Nel caso che una Grande Potenza non firmataria del presente trattato minacciasse la sicurezza degli Stati di una fra le parti contraenti, e la parte minacciata si vedesse co– stretta a muoverle guerra, le due altre alleate si obbligano ad osservare, riguardo alla loro alleata, una benevola neutralità. Ciascuna si riserva, in questo caso, la facoltà di parteci– pare alla guerra, qualora lo giudichi opportuno facendo causa comune col suo alleato. Si poteva fondatamente sostenere che il governo di Vienna era stato obbligato a dichiarare la guerra alla Serbia, perché la Serbia minacciava la sicurezza degli Stati austriaci mediante la propaganda panserba e con la solidarietà del governo russo. Nella guerra europea, che seguiva a questo primo_passo, il governo di Berlino giudicava opportuno di far causa comune con l'alleato; mentre il governo italiano poteva limitarsi ad eseguire il suo obbligo di benevola neutralità. ~ C'era di piu: le intese del-1902 con la Francia e con l'IQghilterra, note I 406 BibliotecaGino Bianco

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