Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La Triplice Alleanza nistero conservatore di Lord Salisbury (1886) di condurre a fine l'accordo, ri– prendendo i fili rallentati nel 1880. Ed è chiaro l'interesse, che aveva l'Inghilterra, non meno della Germa– nia e dell'Austria, a far entrare l'Italia nel sistema politico proprio e delle Potenze centrali. Per mare, l'amicizia italiana era necessaria alla flotta inglese per avere sicuro il dominio del Mediterraneo. Sir Charles Dilke, spiegava nettamente nel 1887 questa necessità: Il serait aussi difficile à l'Angleterre de prétendre, avec le seul concours de sa flotte, sans l'alliance de l'Italie, conserver contre les Français, la suprérnatie absolue de la Médi– terranée et la Mer Rouge, que de vouloir ernployer son arrnée à la défense de la Belgique ou de l'Ernpire ottornan ... Il lui faut (à l' Angleterre) considérer désorrnais la route du Cap cornrne la seule voie sure, de cornrnunication avec l'Inde sur la quelle elle puisse cornpter, au cas d'une guerre avec la France, l'ltalie restant netttre.fiJ Per terra, nel caso di minaccia della Russia verso le Indie, l'Inghilterra avrebbe avuto bisogno che l'Austria, come diceva Andrassy "applicasse un vescicante fra le spalle della Russia 1161 ; cioè che una diversione austriaca, appoggiata dalla Germania contro un eventuale intervento francese, tenesse impegnato in Europa il piu e il meglio delle forze moscovite. E questa di– versione non era di esito sicuro, nel caso di un'alleanza franco-russa, che ad un patto soÌo: che l'Italia non applicasse alla sua volta un altro vescicante fra le spalle dell'Austria, ma minacciasse la Francia verso le Alpi nell'inte– resse della Germania. 62 Finché duravano queste condizioni, cioè finché rimaneva solida e stabile l'amicizia fra l'Inghiltèrra e le Potenze centrali, l'Italia avrebbe trovato piu inconvenienti che vantaggi, unendosi alla Francia anzi che al sistema anglo– austro-germanico; anche indipendentemente dai rancori, che potevano essere suscitati da incidenti come quello di Tunisi. "Ah, certo," scriveva Ruggero Bonghi nel 1886, "se l'Inghilterra potesse trarsi dietro la Francia, la politica italiana potrebbe sin da ora ve– dersi davanti aperta un'altra via! " 63 E pochi mesi dopo, Luigi Chiala, sul– l'Opinione del 14 gennaio 1887, "in seguito a un colloquio" con Robilant, ripeteva: "L'alleanza dell'Inghilterra, della Francia e dell'Italia, la pi,u pro– pi,zia alla civiltà umana, oggi è segnatamente resa impossibile dalle aspira– zioni di egemonia della Francia contro l'Inghilterra e contro l'Italia. " 64 • .tJJ Dmrn, L'Europe en 1887, pp. 302-90-99. Cfr. dello stesso autore Problems of Greater ~rztazn, London, Macmillan, 1890, II, 507-15-32. Si veda anche l'articolo The Marquis of Salisbury, AQ?arterly Review" dell'ottobre 1902, pp. 663 sgg.: "The Limits of his relations with the Triple hlltance were marked, in February 1887, when, in order to prevent Italy from withdrawing from t e Treaty, he [the Marquis of Salisbury] guaranted her against a naval attack by France in an agreement for assuring the statu quo in the Mediterranean, to wich Austria was also a party." 61 WERTIIBIMER, Graf Julius Andrassy, II, 17. 62 Dmrn, op. cit., pp. 154 sgg., 186-89-94. 63 La politica estera dell'Italia, in "Nuova Antologia," 16 settembre 1886, p. 312. . 64 CHIALA, Triplice e Duplice, p. 699. Cfr. DILKE, L'Europe en 1887, pp. 89-90: "Il semble ~raiment qu'en France les gouvernants voient d'un oeil indifférent l'Italie et l' Angleterre se jeter ans les bras de l'Allemagne et de l'Autriche, et cela par leur faut ... En reclamant l'évacuation 19 BibliotecaGino Bianco

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