Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 Alla Russia, sembra che Di San Giuliano faccia, nella sua fiducia, un posto piu largo che alle Potenze occidentali. Nella dichiarazione del 18 di– ce,mbre, si compiace che "la cordiale amicizia" fra l'Italia e la Russia sia un "coefficiente bene.fico'' nelle complicazioni balcaniche, e, nella dichiarazione del 22 febbraio, ritorna ad esprimere la certezza che "il nostro intimo accor– do con l'Austria-Ungheria, e la cordialità dei rapporti con la Russia contribui– ranno al bene.ficorisultato" di "non· scatenare un gravissimo e terribile conflit– to per ragioni inadeguate." Ma nella dichiarazione del 18 dicembre, dice che "l'Italia e l'Austria-Ungheria sono le due Potenze piu interessate all'equilibrio e alla libertà dell'Adriatico," e, nella dichiarazione del 22 febbraio, dice: L'equilibrio dell'Adriatico è un problema che sta per essere risolto mercé l'intima collaborazione dell'Italia e dell'Austria-Ungheria, la cooperazione della Germania e il lar– go e pacifico spirito di equità delle altre Grandi Potenze. C'è, dunque, nei problemi dell'Adriatico, una gerarchia fra le Potenze: in prima linea, l'Italia e l'Austria, che collaborano intimamente essendo le potenze piu interessate; poi la Germania che coopera; e .finalmente, le altre potenze, fra cui la Russia, che non collaborano e non cooperano, ma stanno al largo con spirito di equità. L'articolo dell'intesa di --Racconigi,che impegnava i governi di Roma e di Pietroburgo a collaborare nelle questioni balcaniche, sembra dimenticato an– ch'esso, insieme con le intese, che legavano negli anni precedenti l'Italia al– l'Inghilterra e alla Francia. Non c'è - badiamo bene - nessuna esplicita dichiarazione di decaden– za delle intese da parte del governo italiano. Ma si respira un'aria nuova. Si sente che è possibile un nuovo orientamento nella politica ·estera italiana. 2. La questione balcam·ca Questo nuovo orientamento accenna a de.finirsi nella questione albanese. L'Albania, abbandonata a. se stessa, dopo che i turchi erano stati espul– si dalla Macedonia, era assediata dai greci, dai serbi, dai montenegrini. L'ac– cordo italo-austriaco del 1897 impegnava i governi di Vienna e di Roma ad -astenersida ogni ambizione territoriale in Albania, e a lavorare in comune per costituire l'Albania in Stato autonomo, se vi fosse venuto meno il dominio turco. In questo accordo non era contemplata la ipotesi che l'Albania, anzi che essere disputata fra l'Austria e l'Italia, fosse assalita dalla Grecia, dal Montenegro, dalla Serbia. I governi di Vienna e di Roma si accordarono nell'autunno del 1912 per far valere il principio dell'autonomia albanese anche contro gli Stati balca– nici circonvicini. E quando 1'8 dicembre del 1912, il ministro degli esteri russo, Sazonof, domandò' al governo italiano di assistere il governo russo per ottenere dall'Austria che la Serbia occupasse un porto albanese sull'Adria– tico, Di San Giuliano rifiutò~ "Noi, la Francia e l'Inghilterra," telegrafava 387 Biblioteca Gino Bianco

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