Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza rinnovare il trattato di alleanza. Questo trattato scadeva nel luglio 1914. Le trattative pel rinnovamento venivano cosI aperte tre anni prima che non fosse necessano. Il presidente del Consiglio, Giolitti, spiega nelle sue memorie che le pratiche pel rinnovamento della Triplice furono associate alla impresa libica "per far ben comprendere a Vienna e a Berlino che· un atteggiamento ostile e poco cordiale avrebbe messo in serio pericolo la Triplice Alleanza." A Vienna e a Berlino, compresero tutt'altro che bene. Il 29 settembre 1911, su– bito dopo la dichiarazione di guerra dell'Italia alla Turchia, Aehrenthal ri– cordò al governo italiano che la Triplice Alleanza lo obbligava a non turba– re lo statu quo nella Turchia europea; se la guerra italo-turca avesse provoca– to una crisi nei Balcani, il governo italiano avrebbe assunto una "grave re– sponsabilità." Il 30 settembre la flotta italiana bombardò a Prevesa, sulle coste dell'Al– bania, alcune cacciatorpediniere turche. Immediatamente, il 1 ° ottobre, Aehren– thal protestò vivacemente: il governo di Vienna non poteva ammettere che · le operazioni militari fossero portate nell'Adriatico: questa era una violazio– ne dell'art. VII della Triplice, che impegnava l'Austria e l'Italia a rispet– tare lo statu quo sulle coste della penisola balcanica. Se il governo. italiano non avesse localizzato il conflitto alfa Tripolitania "questo fatto avrebbe po– tuto avere serie conseguenze, ed Aehrenthal sarebbe stato costretto a tenere un differente linguaggio." Il governo italiano ordinò che ogni operazione militare nell'Adriatico cessasse. A questo punto, si fece avanti Conrad von Hotzendorf. Aveva un piano: assalire l'Italia mentre era occupata in Tripolitania, salvo che il go– verno italiano rinunziasse, da ora in poi, ad ogni ingerenza nelle questioni balcaniche, annullando l'art. VII della Triplice. Francesco Giuseppe ed Aehrenthal rifiutarono. "Noi," spiegò Aehrenthal, "siamo legati al tratta– to, e non dobbiamo opporci all'Italia in Tripolitania." Conrad von Hotzendorf si dimise da capo dello Stato Maggiore austro-ungarico. Questa non fu l'ul– tima crisi. Se davvero lo scopo, che Giolitti e Di San Giuliano si proponevano iniziando COSI in anticipo le trattative pel rinnovamento della Triplice, fosse stato quello di ottenere dagli imperi centrali qualcosa di piu che il disinteres– samento passivo di fronte alla iniziativa italiana, è chiaro che questo calcolo si rivelò assolutamente infondato. Ma la verità intera non si trova nelle memorie di Giolitti. Per trovarla, bisogna tener presente una conversazione del 23 settembre fra l'ambasciatore italiano a Berlino, Pansa, e il segretario germanico per gli affari esteri, Ki– derlen Wachter. La preoccupazione della Tripolitania - diceva l'ambasciatore italiano - ci ha obbligati sempre a fare buon viso alla Francia, esponendoci talvolta da parte dei nostri alleati al rimprovero dei giri di valzer. Invece, una volta risoluta la questione di Tripoli, la nostra posizione nella Triplice Alleanza diventerebbe piu libera e franca a vantaggio nostro e dei nostri alleati. 382 BibliotecaGino Bianco

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