Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 ri avevano continuata metodicamente, tenacemente, per trent'anni, allo scopo di assicurare quei territori all'Italia. Il marchese Di San Giuliano non era uomo da fare questa politica di liquidazione e di astinenza. Nessun uomo di governo avrebbe potuto fare una politica di questo genere. Essa avrebbe richiesto una saggezza ed una forza d'animo sovrumana. E quella saggezza sovrumana sarebbe stata derisa ovunque come sovrumana imbecillità. Perché questa è la morale corrente in tutto il mondo: un governo che, potendo oc– cupare un territorio, non se ne impadronisce, è un governo di iI):lbecilli: Il governo italiano, dunque, deliberò la conquista. La Tripolitania e la Cirenaica facevano parte dell'impero turco. I gover– ni di Parigi, di Berlino, di Vienna, avevano regalato a quello di Roma ciò che non apparteneva a loro, cosf come i governi di Roma, di Londra, di Berlino, abbandonando a quello di Parigi il Marocco, avevano fatto mercimo– nio di un paese indipendente. Ma i territori abitati o governati da musulmani non avevano nessun diritto nella politica internazionale europea. Chiunque poteva farne man bassa. Il governo italiano non era il primo, e non sarebbe stato l'ultimo, in questa che i ministri, nei discorsi ufficiali, chiamano "l'opera d Il . ·1' ,, e a ClVl ta. Il governo turco, non era disposto a lasciarsi strappare facilmente quel dominio. Lo Stato Maggiore italiano s'immaginava che la conquista della Tripolitania e della Cirenaica sarebbe stata una impresa facile e breve. Invece la impresa si rivelò lunga, aspra e dispendiosa. La guerra fra l'Italia e la Turchia durò per un anno intero, finf all'ottobre del 1912. E anche dopo che fu conchiusa la pace con la Turchia, continuò a lungo la guerriglia locale. Quella guerra ha nella storia europea una importanza fondamentale. Essa, indebolendo la Turchia, eccitò i governi dei paesi balcanici ad allearsi fra loro per dare l'ultimo colpo al dominio turco in Europa. Alla guerra italo-turca, pertanto, del 1911-12, succedettero le guerre balcaniche del 1912- 18. E le guerre balcaniche dettero la spinta finale alla guerra del 1914. Mentre, indebolendo la Turchia, approfondiva la crisi europea, il governo italiano vuotava i magazzini militari, sperperava un miliardo, dissipava in una impresa militare mal preparata e mal condotta il fervore patriottico della nazione. Cioè indeboliva militarmente, finanziariamente e moralmen– te la nazione, nel momento in cui sarebbe stato piu che mai necessario concentrare tutte le forze. 4 Il "M b " 'l " . anou a e t Carthage" I? occasione della impresa di Tripoli, cominciò a manifestarsi un nuo– vo orientamento nella politica estera italiana. Nell'agosto del 1911, mentre il contrasto franco-germanico pel Marocco era piu acuto, Di San Giuliano faceva sapere a Berlino di essere disposto a 381 BibliotecaGino Bianco

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