Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

. . Parte terza· 3. La guerra di Tripoli La nuova politica del Di San Giuliano cominciò a rivelarsi nella cns1, che minacciò di provocare la guerra fra la Germania e la Francia durante re– state del 1911. Gli storici francesi danno a questi fatti la denominazione. di "coup d'Agadir." Il contrasto si manifestò ai primi di luglio. Nei mesi di luglio, agosto, settembre, il pericolo di guerra continuò. Sulla fine del set– tembre, cominciò la détente. Il governo tedesco ottenne nell'Africa centrale la metà del Congo francese, e in compenso abbandonò alla Francia, senza re– strizioni, il Marocco. Da questo momento in poi, il Marocco diventò, come -la Tunisia, un protettorato della Francia. Lo statu quo dell'Africa séttentrionale yeniva, COSI, da cima a fondo, alterato, cioè si verificava quella eventualità, in vista della quale nel 1902, i governi di Londra, di Berlino, di Vienna avevano lasciato mano libera al go– verno italiano verso la Tripolitania. Quanto al governo francese, esso aveva riconosciuto le aspirazioni italiane fin dal 1900. E il governo russo si era im– pegnato, nella intesa di Racconigi del 1909, a prendere in benevola consi– derazione gli interessi italiani. Se il governo italiano avesse lasciato passare l'accordo franco-germanico del 1911, senza risolvere nello stesso tempo a proprio vantaggio la questione tripolina, questo problema avrebbe continuato chissà per quanto tempo a pre– sentare un peso morto nella politica estera italiana. Ad ogni rinnovamento dell'alleanza con gli imperi centrali, ad ogni rinnovamento delle intese con la Francia, con l'Inghilterra, con la Russia, il governo italiano avrebbe dovuto domandare nuovamente che gli fosse lasciata mano libera verso la Tripolita– nia e la Cirenaica, ed avrebbe dovuto pagare con sempre nuove prestazioni la proroga di questa eterna concessione, che rimaneva eternamente per ana. C'era, a dire il vero, un'altra soluzione del problema: abbandonare una volta per sempre l'idea di acquistare quei territori. La Tripolitania e la Ci– renaica formano una enorme voragine di sabbia fra l'Egitto e la Tunisia. Nelle zone meno povere, sono poverissime, e per la massima parte della loro estensione, sono vero e proprio deserto inabitabile. Le tribu barbare e no– madi di q1;1esto paese desertico disturbano continuamente con le loro scorre– rie i paesi vicint. L'Italia, occupando la Tripolitania, andava a farvi la poli– zia del deserto a vantaggio della Tunisia e dell'Egitto, cosi'.come andò nel 1885 ad occupare Massaua per fare la sentinella del Sudan, a proprie spese, contro la Francia a profitto dell'Inghilterra. Probabilmente, l'Italia sarebbe stata molto piu saggia se avesse lasciato che la Francia e l'Inghilterra ci pen– sassero loro a mantenere l'ordine nel deserto. Si erano prese la carne dell'E– gitto e la Tunjsia; si prendessero anche le ossa della Cirenaica e della Tri– politania. Ma per adottare un partito di questo genere, i governanti italiani del 1911 avrebbero dovuto buttare dalla finestra tutta l'opera che i loro predecesso- 38'o BibliotecaGino Bianco

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