Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza Ma nei giorni della Conferenza di Algesiras, Guglielmo II era addirittura furibondo. Protestava contro la politica "poco leale" del governo di Roma, pretendendo che la Triplice Alleanza fosse un patt_odi solidarietà incondi– zionata, mentre doveva sapere benissimo che era un sistema di accordi circo– scritti in vista di eventualità nettamente definite, e che la questione maroc– china era estranea ai fatti dell'alleanza. E dichiarava all'ambasciatore austria– co a Berlino, che "avrebbe provato una viva soddisfazione se, presentandosi l'occasione, avesse potuto dare una lezione salutare all'Italia, unendo le armi tedesche alle armi dell'Austria." Questa bellicosità si quietò, quando si trattò di prorogare la Triplice Alleanza. Secondo i patti del 1902, il trattato di alleanza sarebbe stato proro– gato dal luglio 1908 al luglio 1914, se entro 1'8 luglio 1907 non fossero state sollevate eccezioni da nessuna delle parti contraenti. Ebbene, nel luglio 1907, il trattato fu prorogato fino al 1914 senza mutamenti; e senza osservazioni da parte di Berlino, né di Vienna. L'esperimento della crisi marocchina, segufto dalla proroga dell'alleanza, è il piu chiaro commento autentico, che uno storico di buona fede possa desiderare, per gli obblighi che l'Italia aveva verso gli imperi centrali secondo i patti del 1902. . La crisi marocchina ha, per la storia della Triplice Alleanza, una grande importanza per altre due considerazioni. La prima considerazione è che nella crisi marocchina i legami dell'Italia colla Germania appaiono di– versi dai legami dell'Austria colla Germania. L'alleanza dell'Italia coi due imperi centrali è un'alleanza condizionata in vista di certe determinate even– tualità tassativarnente indicate nel trattato di alleanza. L'alleanza fra la Ger– mania e l'Austria, invece, si rivela come un patto di solidarietà incondizionata, e si estende anche fuori delle barriere definite nel trattato della Triplice Alleanza. Insomma, nella Triplice Alleanza italo-austro-germanica, esiste una Duplice alleanza austro-germanica, la quale può diventare anche un'al– leanza contro il terzo alleato. La seconda considerazione è che, nella crisi marocchina, si rivela nettamente l'antagonismo anglo-germanico. Di fronte a questo antagonismo, comincia a moltiplicarsi in Italia il numero di quegli uomini politici, i quali si domandano: in che situazione si troverebbe l'Italia, il giorno in cui scoppiasse un conflitto fra l'Inghilterra e la Germania? Uno degli agitatori piu insistenti di questa preoccupazione era Bissolati. "Si dice," osservava alla Camera il 15 dicembre 1906, "che la Triplice è essenzialmente, esclusivamente pacifica. Ma queste sono parole. Se la Triplice dovesse condurci a lato della Germania ad un conflitto armato con l'Inghilterra, che impegno formidabile è mai questo?" E proponeva che il governo italiano prendesse l'iniziativa di una nuova politica: un accordo diretto fra l'Italia e l'Austria, all'infuori della Germania. L'Austria -.avrebbe dovuto rispettare le autonomie balcaniche, e concedere le riforme amministra– tive, che i socialisti italiani dell'Austria domandavano per gli italiani del- 1'Austria. L'Italia doveva abbandonare l'irredentismo. Se Italia ed Ausp-ia si fossero messe d'accordo, su questa base avrebbero potuto tenersi fuori 368 BibliotecaGino Bianco

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