Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza nel princ1p10 del 1903, dové lasciare il Ministero degli esteri perché gra– vemente ammalato, la corrente irredentista guadagnò influenza nel go– verno. Durante il 1903, ad ogni nuovo accenno, che il governo austriaco faceva per estendere la propria influenza nella Macedonia, considerando come ine– sistente il governo di Roma nella questione balcanica, si ha come contraccolpo un estendersi delle agitazioni irredentiste ed antiaustriache in Italia. Questo nuovo movimento irredentista non è piu. quello del trentennio precedente. Le agitazioni del trentennio precedente erano opera dei gruppi democratici e repubblicani. Questo movimento del 1902 e 1903 rimescola in– sieme le reliquie dell'antico irredentismo rivoluzionario con nuovi elementi, che provengono dai gruppi governativi e conservatori. Il partito socialista re– siste alla spinta. E cosf l'irredentismo si distacca sempre piu dalla democrazia e si avvicina sempre piu al nazionalismo. I socialisti si trovavano in una situazione difficile nella lotta contro l'irredentismo. Essi volevano la pace con l'Austria, ma volevano anche che fossero rispettati i diritti nazionali degli italiani dell'Austria. Invece il governo di Vienna non dava nessun segno di rispettare quei diritti. Le lotte fra italiani, tedeschi e slavi in Austria offrivano nuovo alimento all'agi– tazione irredentista in Italia. E i socialisti italiani dovevano resistere all'irre– dentismo guerriero e contemporaneamente protestare contro le ingiustizie, che il governo di Vienna commetteva a danno degli italiani. Dopo quindici anni di lotta continua, tenacissima, contro l'irredentismo bellicoso, Bissolati era destinato a vedere, nel 1914, fallire per sempre il suo sogno di pace. Allora, accettando il destino, egli diventò soldato volontario nella guerra contro l'Austria, e si fece assertore incrollabile dello smembra– mento dell'Austria. Nella sua storia è simbolizzata la storia di una grande, generosa corrente di pensiero politico, il cui fallimento significò la fine dell'Austria. Ma già, fin dai primi anni del secolo, era evidente che quel groviglio di manovre austriache verso la penisola balcanica, di contraccolpi irredentisti in Italia, di lotte sempre piu selvagge fra italiani, tedeschi e slavi in Austria, non poteva che sboccare nella guerra. Durante il 1903 e nei primi mesi del 1904, la guerra rimase continua– mente sospesa come la spada di Damocle fra l'Austria e l'Italia. Il disastro fu allora evitato, solamente perché né il governo di Vienna né quello di Roma potevano prevedere che cosa avrebbero fatto gli altri governi di fronte a una tale crisi. In quel momento tutti i governi erano disorientati. La Triplice era per aria. La I)uplice franco-russa era rallentata per la crisi della politica interna francese e per la lotta russo-giapponese nell'Estremo Oriente. L'orientamento della politica britannica era ancora incerto. 364 BibliotecaGino Bianco

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