Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza via via deciso di fare, non poteva assumere impegni di nessun genere. Quél · che Prinetti chiedeva, era di partecipare alla preparazione delle proposte che si dovevano fare al sultano. Lamsdorf consentf solamente ad informarlo delle proposte austro-russe dopo che fossero state deliberate. Peggiore era l'atteggiamento di Goluchowski. Rifiutò senz'altro "con garbata ironia" la domanda di Prinetti. Era l'annullamento esplicito dell'art. VII della Triplice, poche settimane dopo che il trattato era stato firmato. 2. L'irredentismo I malumori per la questione balcanica si complicavano con un riacutiz– zarsi delle dimostrazioni irredentiste e antiaustriache dell'Italia. Fra il 1870 e il 1890, questi movimenti avevano· avuto un carattere piu specialmente democratico e repubblicano. Nel decennio fra il 1890 e il 1900, essi perdettero rapidamente terreno. Sorgeva in Italia il partito socia– lista. I socialisti, essendo pacifisti, non potevano desiderare una guerra con l'Austria. Non negavano... la necessità di assicurare il rispetto del carattere nazionale agli italiani che erano incorporati nell'impero austriaco. Ma speravano che il problem_afosse risolto dal progresso del movimento >socia– lista in Austria. I socialisti dell'Austria proponevano che i problemi nazio– nali fossero risoluti col metodo delle autonomie locali, confederate in una Austria-Ungheria democratica. I socialisti italiani dell'Austria, adattando la teoria generale ai bisogni speciali della propria nazionalità, domandavano l'autonomia amministrativa del Trentino italiano dal Tirolo tedesco, un compromesso nazionale fra italiani e slavi nei territori misti dell'Adriatico orientale, la fondazione di una Università italiana a Trieste. E il partito socialista dell'Italia domandava altrettanto. Socialisti dell'Italia e socialisti·italiani dell'Austria, non erano irreden– tisti, non volevano cioè la separazione politica delle popolazioni italiane dall'impero austro-ungarico e la loro unione politica all'Italia. Erano auto– nomisti, cioè volevano la libertà amministrativa e culturale degli italiani entro il quadro/ politico dell'impero. Non volevano lo smembramento dell'Austria, ma la sua trasformazione in senso federale e democratico. Il principale creatore di questa corrente di pensiero politico, in Italia, fu negli ultimi anni del secolo XIX e nei primi del secolo XX, Leonida Bissolati. Rompendo nettamente i ponti coll'irredentismo territoriale e anti– austriaco, Bissolati· dichiarava di accettare la Triplice Alleanza se .e in quanto divenisse una garanzia di pace, dava il proprio consenso al program– ma dei socialisti austriaci, e domandava che il governo di Roma, essendo alleato del governo di Vienna, approfittasse di questi rapporti di alleanza per raccomandare le riforme domandate dai socialisti per le terre abitate da italiani. Quelle riforme avrebbero tolto in Italia una ragione al movimento irredentista, ed avrebbero consolidato la Triplice Alleanza. 362 BibliotecaGino Bianco

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