Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera del 'Italia dal 1871 al 19 i 5 Le dichiarazioni francesi e inglesi, essendo pubbliche ed ufficiali, non potevano passare sconosciute ai governi di Vienna e di Berlino prima che av– venisse lo scambio delle rati.fiche.E i governi dei due imperi centrali procedet– tero allo scambio delle rati.fiche senza fare alcuna osservazione, o riserva, o protesta. Che cosa vuol dire tutto questo? Vuol dire che i governi degli imperi centrali riconobbero che non c'era alcuna contraddizione fra le intese che l'Italia aveva colle due potenze occidentali, e l'alleanza che l'Italia aveva con gli imperi centrali. · Alla sua volta, il governo francese fu informato che, nei limiti di un trattato pacifico, la Triplice Alleanza continuava sempre ad impegnare l'Ita– lia a marciare a .fianco della Germania, se la guerra era provocata dalla Francia: La Francia - dichiarò Prinetti in una intervista col Temps del 10 giugno 1903 - la Francia nulla ha da temere dalla Triplice Alleanza. Però qualora la Francia prendesse un contegno provocante, e tentasse una guerra di rivincita, allora la questione non sarebbe piu la stessa. Non si potrebbe essere piu chiari di cosL 5. La questione balcanica Il problema piu difficile a sistemare era quello dei rapporti fra l'Italia e l'Austria nei Balcani. Il trattato speciale italo-austriaco del 1887, che era diventato l'art. VII nel trattato unico del 1891, impegnava i governi di Vienna e di Roma ad ado– perare la loro influenza per prevenire nella penisola balcanica qualunque mu– tamento dello statu quo territoriale, che potesse ledere gli interessi dell'una o dell'altra Potenza; nel caso che lo statu quo, per l'azione di qualche altra Potenza, non potesse essere piu mantenuto, i governi di Vienna e di Roma avevano l'obbligo di accordarsi fra loro prima che uno di essi procedesse ad una occupazione temporanea o permanente in quei territori; e l'accordo do– veva avvenire col criterio che qualunque vantaggio, anche non territoriale, che una delle due Potenze conseguisse in piu dello stato attuale, doveva essere compensato all'altra Potenza con vantaggi equivalenti. Questo patto, dal 1887 al 1897, non aveva mai dato motivo a dispute, perché in quel decennio, il governo di Vienna aveva fatto nei Balcani poli– tica conservatrice e difensiva contro i tentativi di espansione della Russia. Ma quando si formò, dopo il 1894, l'amicizia russo-germanica, nel piu largo ~uadro della intesa continentale anti-inglese, allora anche la politica balcamca del governo austriaco cominciò ad orientarsi per nuove vie. Il 29 aprile del 1891, i governi di Vienna e di Pietroburgo pubblicarono sulle questioni balcaniche due note concepite negli stessi termini, le quali ri- . 353 BibliotecaGino Bianco

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