Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'ltàlia dal 1871 al 1915 Ma l'accordo italo-francese nord-africano, se non era contrario alla Tri– plice, non era nemmeno favorevole. Esso vuotava di ogni contenuto l'alleanza dell'Italia con la Germania, in quanto il governo italiano non aveva piu bisogno né della garanzia germanica per lo statu quo nord-africano, né del- 1' aiuto della Germania nella eventualità di una aggressione della Francia. Perciò Prinetti domandò che i governi di Germania e d'Austria la– sciassero mano libera all'Italia in Tripolitania, come avevano già fatto i go– verni di Parigi e di Londra. Dopo vivo contrasto, specialmente col governo di Vienna, Prinetti ·riportò, su questo punto, piena vittoria: i due governi al– leati consentirono alla domanda. Cosf il secondo pilastro della Triplice veniva ricostruito e rinforzato. 4.. Prinetti e la Triplice Gli accordi italo-francesi per l'Africa settentrionale, in tanto vivevano, in quanto respiravano in un'atmosfera di fiducia reciproca fra i governi di Parigi e di Roma. Questa fiducia avrebbe continuato a sussistere dopo che il governo italiano avesse rinnovato la Triplice Alleanza? Come conciliare l'a– micizia fra l'Italia e la Fr'ancia, con l'alleanza fra l'Italia e la Germania? La Triplice era un'alleanza difensiva, la quale obbligava l'Italia a mar– ciare contro la Francia solamente nel caso che la Francia, con o senza allean– za della Russia, assalisse la Germania, ed obbligava l'Italia a rimanere neu– trale, nel caso che la Germania, per garantire la propria sicurezza, sferrasse una guerra contro la Francia. Per conciliare la Triplice Alleanza con l'intesa italo-francese, bastava che il governo italiano assicurasse il governo francese che l'Italia sarebbe rimasta neutrale in una guerra, in cui la Germania assalisse la Francia, e sarebbe scesa in campo a fianco della Germania, solamente nel caso che la Francia, senza essere provocata, avesse essa aggredito la Germania. Se il governo francese non aveva intenzione di aggredire la Germania, questa dichiarazione ita– liana doveva bastargli. Nello stesso modo poteva conciliarsi la intesa mediterranea italo-inglese con la Triplice Alleanza. Bastava che il governo di Roma assicurasse il go– verno di Londra che l'Italia non avrebbe mai partecipato ad una guerra ag– gressiva degli imperi centrali contro l'Inghilterra, ma era tenuta dal casus foederis verso gli imperi· centrali, solamente nel caso che l'aggressione fosse partita dall'Inghilterra. Nel rinnovare il trattato di alleanza con gli imperi centrali, Prinetti mi– se come condizione pregiudiziale che i gove~ni alleati prendessero atto delle intese, che il governo di Roma aveva con i governi di Parigi e di Londra, e riconoscessero che non esisteva alcuna contraddizione fra le intese e gli ob– blighi di alleanza. Anche su questo terreno Prinetti riportò vittoria completa. Ciò risulta 351 BibliotecaGino Bianco

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