Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La Triplice Alleanza 5. L'accordo con l'Inghilterra Parallele alle trattative fra l'Italia e le Potenze centrali, vi furono trat– tative anche fra l'Italia, la Germania, l'Austria e l'Inghilterra, per un accor– do che creasse nel Mediterraneo una garanzia dello statu quo, analoga a quella che la Triplice stabiliva per il continente europeo. 40 Parlando di questa "entente cordiale," come l'ha definita il Cappelli; o "scambio di vedute," come disse il Marchese di Lansdowne alla Camera dei Lords il 18 luglio 1902 41 ; o "speciali intelligenze per la difesa degl'in– teressi italiani riconosciuti identici agl'interessi britannici," come si esprimeva il Chiala alla Camera dei deputati nella seduta del 14 maggio 1891 42 ; - l'Ex- , diplomatico della Nuova Antologia (1 aprile 1887) affermava trattarsi di una "strettissima unione" italo-inglese "a compimento" della Triplice, fon– data su "impegni positivi," diretti allo scopo di "rendere praticamente piu efficaci gli accordi relativi al Mediterraneo," e aggiungeva che "su questo punto esiste un perfetto accordo fra i Gabinetti di Roma, Vienna, Berlino, Londra" (pp. 733-38, 740). Sul Corriere della Sera del 6-7 giugno 1891, l'on. Maggiorino Ferraris dava intorno all'accordo italo-inglese del 1887 le seguenti informazioni: Qualora l'Italia venisse attaccata, l'Inghilterra la difenderebbe per mare. Qualun– que mutamento allo statu quo del Mediterraneo si considera contrario agl'interessi co– muni, quindi implicherebbe la condotta comune dell'Italia e dell'Inghilterra. Questa si obbliga a· difendere l'Italia, anche nel caso che l'Italia fosse implicata in una guerra per i suoi impegni derivanti dalla Triplice Alleanza. Con questa ultima disposizione l'In– ghilterra entra indirettamente a far parte della Triplice Alleanza, che diventa cosi qua– druplice. Notate tuttavia che non si ritiene che esista un accordo speciale dell'Inghilterra con la Germania e l'Austria. Essa parteciperebbe alla Triplice Alleanza indirettamente per mezzo dell'Italia. Nella seduta della Camera dei Comuni inglesi del 3 luglio 1902 fn detto qualcosa di piu da Sir Charles Dilke, ex-sottosegretario agli affari esteri: L'alleanza virtuale (virtual alliance) [che l'Inghilterra aveva con l'Italia fino dal tempo del Risorgimento] divenne nel febbraio 1887 un'alleanza effettiva (actual alliance), sebbene senza un vero e proprio trattato (though not by treaty). Fra noi e l'Italia vi fu uno scambio di note, che stabilivano un'alleanza marittima per la difesa dello statu quo nel Mediterraneo e nei mari adiacenti. 43 40 CHIALA, La Triplice e la Duplice, p. 484; CAPPELLI, La politica estera del conte di Robi– lant, p. 8. Anche per questi accordi sembra che l'Austria abbia fatto non poche difficoltà: questo, almeno, si deve ricavare da un accenno di SIR CHARLES DILKE, L'Europe en 1887, Paris, Quentin, 1887, p. 216, il quale scrive che ancora nell'ottobre 1886 l'Austria ha fatto "sourde oreille à de nouvelles avances de l 'Angleterre." 41 Parliamentary Debates, CXI, 660. 4 i Discussioni, p. 1972. 4 ! Parliamentary Debates, CX, 704-12-25-29; CXI, 650. Secondo il testo di questo discorso, pubblicato dalla "Nuova Antologia" del 15 luglio 1902, p. 376, il Dilke avrebbe aggiunto: "Per quanto concerne la funzione dell'Italia nella Triplice... L'Italia aveva avuto la facoltà di conclu– dere il suo accordo con noi... Giova ricordare che i porti e la posizione geografica dell'Italia costituivano un vantaggio preziosissimo per noi. Nel caso di guerra, e mancando un'alleanza con 15 BibliotecaGino Bianco

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