Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza Si discusse per un mese. Di Rudinf rinunziò alla proposta di una di– chiarazione collettiva. Si limitò a comunicare ufficialmente a Berlino e a Vien– na che l'Italia non si sarebbe considerata tenuta al casus f oederis, se l'In– ghilterra e la Francia si fossero associate contro gli imperi centrali. Il governo di Berlino rifiutò di prendere atto anche di questa comunicazione, sempre perclié era inutile e pericolosa. Vienna seguf Berlino. Frattanto scadeva il termine della disdetta. E la Triplice fu prorogata fi– no al maggio 1903. Ma da questo momento in poi, durante tutto il 1896, il governo italiano e il governo inglese moltiplicarono continuamente le ma– nifestazioni e dichiarazioni ufficiali di cordialità e di intimità. I governi di Berlino e di Vienna non protestarono mai che queste manifestazioni fossero contrarie allo spirito o alla lettera della Triplice Alleanza. In verità, la que– stione, piu che essere decisa con un taglio netto, rimase per aria non certo per deficiente chiarezza nelle idee e dichiarazioni dei governanti italiani. Di Rudinf era anche convinto, nel 1896 come nel 1891, che la Triplice Alleanza non ""dovesseimpedire le relazioni amichevoli dell'Italia con la Russia e colla Francia. Io sono stato ;ccusato piu volte - dichiarò nel maggio del 1896 - di soverchia tenerezza verso la Russia e verso la Francia. Io mi onoro di questa àccusa. La Germania e la· Russia colgono ogni giorno l'occasione propizia per affermare la loro reciproca bene– volenza. È cosa notoria l'amicizia schietta, sincera, che lega l';\.ustria-Ungheria alla Francia. Recentemente non abbiamo veduto l'imperatore d'Austria-Ungheria avere un convegno nel territorio francese col Presidente della Repubblica? Questo significa che la Triplice Alleanza ha un carattere essenzialmente pacifico, il quale non solo permette ma esige che i tre alleati mantengano le piu affettuose relazioni con le altre Grandi Po– tenze. Per compiere il ravvicinamento con la Francia, Di Rudinf, nel luglio del 1896, prese a ministro degli esteri il marchese Visconti-Venosta, il vecchio uomo di Stato, che fra il 1870 e il 1875 aveva suscitato le ire di .Bismarck per non avere voluto legarsi troppo strettamente alla Germania contro la Francia. Visconti-Venosta nell'autunno del 1896 liquidò la questione tunisina, ri– nunziando ad ogni contestazione con la Francia .. In compenso, ottenne dal governo francese un insi~me di garanzie giuridiche per gli italiani viventi o immigranti in Tunisia. Il Pribram, al quale dobbiamo un prezioso volume sui trattati seg_reti dell'Austria-Ungheria, parlando della politica italiana di questi anni, scrive che "nel 1896 l'Italia cominciò a staccarsi dai suoi alleati, ed entrò nella via, che a poco a poco la condusse nel campo dei loro avversari." L'osservazione è acuta, e l'affermazione è, in fondo, esatta: nel 1896 comincia a delinearsi quella che sarà col tempo la crisi mortale della Triplice Alleanza. Ma occorre intendersi chiaramente su quelle che sono, nel 1896, le azioni e le intenzioni dei governanti italiani. 346 BibliotecaGino Bianco

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