Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza La Triplice Alleanza si rivelò, ancora una volta, inattiva fuori dei can– celli rigidamente segnati dalla lettera del trattato. Noi possiamo comprendere - ribatteva Crispi all'ambasciatore italiano a Berlino la delicatezza della posizione che la Germania deve mantenere di fronte alla Fran– cia, nell'attuale condizione di cose internazionali. Ma la Germania deve considerare il danno che alla forza e all'autorità della Triplice deriva da tutto ciò che viene a colpire l'Italia per il fatto che l'Italia fa parte della Triplice. In realtà, le difficoltà, contro cui noi dobbiamo combattere, ci derivano in gran. parte dai vincoli che ci uniscono alla Germanfa. Il nostro trattato di alleanza ha bens1 lo scopo principale di prevenire la guer– ra in Europa, ma non dovrebbe considerarsi estraneo a ciò che equivale ad una guer– ra,_ che in forma piu o meno larvata venga condotta anche fuori dell'Europa contro una delle potenze alleate. Gli attacchi della Francia contro l'Italia non sono una ipotesi: sono un fatto attuale, e mirano non solo a combattere l'Italia in Africa, ma ad indebolirla in Europa. Un trattato di alleanza, sia pure concluso ·con lo scopo di impedire la guerra, perde gran parte del suo valore, se si d.imostra inetto nella ·pace a tutelare gli interessi dei contraenti. L'attuale stato di cose diventa sempre piu intollerabile. Esso ci fa subire i danni di una guerra, a cui l'alleanza non provvede, e ci nega i vantaggi che l'alleanza ci da– rebbe in una guerra dichiarata. Il popolo italiano non è ancora deluso dell'alleanza; ma chi può assicurare che non lo sarà domani, cos1 seguitando le cose? Mentre continuava questo scambio di botte e risposte, Crispi fu sor– preso dalla sconfitta delle truppe italiane nella battaglia di Adua, primo mar– zo 1896. Alla notizia del disastro si rivoltò fieramente contro il destino: "È impossibile, è impossibile, è impossibile," gridò tre volte. Poi si senti per- duto: si accasciò e pianse. · D'ora in poi rimaneva sgombra la via alla politica di riavvicinamento con la Francia. 344 BibliotecaGino Bianco

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