Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 sollevato una grave controversia fra l'Inghilterra e la Francia. Il governo di Berlino, appoggiando con tanto calore la domanda di Crispi presso Salisbury, si acquistava la riconoscenza ingenua di Crispi, e metteva Salisbury in una situazione imbarazzante; costui, se accettava, si metteva in urto con la Fran– cia, se rifiutava metteva a dura prova l'amicizia anglo-italiana. Alla sua volta, Salisbury attraversava, proprio sulla fine del 1895 e sul principio del 1896, ore difficilissime. Minaccia di guerra con gli Stati Uniti, guerra nel Transwaal e nel Sudan, pericolo di una coalizione continentale anti-inglese. Proponendo al governo tedesco di lasciare mano libera all'Italia in Albania e in Tripolitania, egli si dava l'apparenza di avere verso l'Italia sentimenti anche piu amichevoli di quelli che dimostrava il governo tede– sco quando consigliava e raccomandava lo sbarco italiano a Zeila. Ma sapeva bènissimo che il governo tedesco non poteva accettare. Infatti, all'occupazione italiana dell'Albania si opponeva l'Austria. Alla occupazione italiana della Tripolitania si opponevano la Turchia e la Francia. Il governo tedesco, se avesse accettato la proposta di Salisbury, avrebbe mandato per aria la sua al– leanza con l'Austria, avrebbe compromesso tutta la sua influenza in Turchia, e si sarebbe messo in urto con la Francia. Cosi i Gabinetti di Berlino e di Londra si rimbalzavano Crispi dall'Har– rar, alla Tripolitania, all'Albania, come se fosse una palla da tennis; Stretto alla gola dalle difficoltà abissine, Crispi aveva altro da fare in quel momento che occupare la Tripolitania e l'Albania. Infervorato sempre piu nel progetto della spedizione verso l'Harrar, ritornò di nuovo verso il governo francese, ed offri di riconoscere i fatti compiuti in Tunisia, se il go– verno francese concedeva alle truppe italiane il libero transito. In Francia, proprio in quel novembre 1895, era avvenuto un altro cam– biamento di scena. Nel Ministero degli esteri, Hanotaux era stato sostituito da Berthelot. Il nuovo ministro rifiutò di allearsi con la Germania per inter– venire nella guerra anglo-boera, e prefed approfittare delle difficoltà, in cui l'Inghilterra si trovava, per sistemare con questa la questione del Siam e per ottenere incondizionata libertà d'azione in Tunisia. Nelle trattative con Cri– spi, il nuovo ministro francese pose come condizione pregiudiziale a qua– lunque accordo che l'Italia abbandonasse la Triplice. Il vento aveva cambiato direzione, non spingeva piu contro Londra, ma contro Berlino, e l'Italia se voleva essere amica della Francia, doveva diventare ora nemica della Ger– mania. Crispi rifiutò. E invocò l'assistenza della Germania per ottenere dalla Francia libertà di azione nell'Harrar. Guglielmo II era disposto a consigliare Salisbury che si mettesse in lotta con la Francia, non· era disposto a fare al– trettanto per conto proprio. I \ La risposta che mi si fa - riferiva a Crispi l'ambasciatore italiano a Berlino- nel febbraio 1896 - è sempre la stessa: intervenire per fare pressioni. sulla Francia per que– stioni come quelle delle trattative per le delimitazioni in Africa, la Germania non può e non deve; non vogliamo provocare complicazioni con la Francia. 343 BibliotecaGino Bianco

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