Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza za a sud dell'Algeria e della Tunisia. Quest'accordo, strettamente parlando, non era in contraddizione con l'intesa mediterranea anglo-italiana del 1887, perché in questa intesa era garantito lo statu quo "sulle coste" del Mediter– raneo, e non nei territori interni. Ma la parte piu orientale della nuova zona d'influenza francese entrava in quello che poteva essere considerato come I' hi"nterland della Tripolitania. Era un territorio desertico fra i piu miserabili ,dell'orbe terracqueo. Ma aveva un valore immenso per i colonialisti francesi e italiani, perché un colonialista, che si rispetti, considera sempre come un bene inestimabile un chilometro quadrato del piu squallido Sahara, che non appartenga a lui, o peggio ancora che appartenga ad altri; e per con– quistare quel chilometro è sempre pronto a mandare in rovina la madre patria. Perciò i colonialisti francesi credettero d'aver fatto un grande acqui– sto, e gl'italiani di avere perduto una grande aspettativa. Questo sembrò un insuccesso nella politica estera di Crispi. , Nell'ottobre 1890, nuove difficoltà: questa volta coll'Inghilterra, per la determinazione dei confini fra il Sudan e la colonia di Massaua. Crispi voleva acquistare il diritto di occupare Cassala e di tenerla. Il governo inglese consentiva che Cassala fosse occupata dalle truppe italiane, se avessero cre– duto di farlo per ragioni militari, ma esigeva che il governo italiano s'impe– gnasse ad abbandonare la città, non appena l'amministrazione egiziana fosse in grado di occuparla. Le trattative vennero interrotte bruscamente il 6 ottobre e Crispi aggravò la rottura con un comunicato ufficiale, in cui denunciava le "esagerate pretese" dei negoziatori inglesi. A conchiudere l'annata, saltò su nel dicembre del 1890, il negus di Abissinia, Menelick, a rifiutare il protettorato italiano contestando la inter– pretazione, che Crispi dava a un trattato dell'anno precedente, da lui otte– ' nuto e magnificatÒ come un grande successo diplomatico. Molti in Italia erano stanchi ormai di una politica da cui non si vedeva una via d'uscita, e che aveva prodotto niente altro che insuccessi. Tante delusioni e complicazioni, e il disagio prodotto in Italia da una acuta crisi economica, spiegano la caduta del ministero Crispi nel gennaio del 1891. Quei tre anni e mezzo di incidenti, polemiche, minacce, nei quali in Francia e in Italia è difficile dire se fosse maggiore il rumore o la paura, ave– vano avvelenato il pubblico dei due paesi. Nessuno voleva piu credere in Francia che la Triplice Alleanza fosse un semplice trattato difensivo. Tutte le persone bene informate poterono da ora in poi assicurare che c'era nel trat– tato della Triplice qualcosa che era diretto a trascinare in guerra la Francia. E finché rimase possibile il ritorno di Crispi al potere, ogni tentativo da parte del governo italiano, per ristabilire rapporti normali con la Francia, era destinato irreparabilmente a naufragare. 336 BibliotecaGino Bianco

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